Il Reddito di Cittadinanza rischia di essere cancellato dopo le elezioni: tutti gli scenari che potrebbero avvenire dopo il 25 settembre
Queste elezioni possono essere la pietra tombale per il Reddito di Cittadinanza, il sussidio statale più discusso promosso dal Movimento 5 Stelle. Scopriamo quindi tutti gli scenari possibili sul provvedimento promosso dai pentastellati.
In molti si stanno chiedendo cosa succederà al Reddito di Cittadinanza dopo il voto. Infatti proprio questo tema sta infiammando la campagna elettorale. L’ultima a tornare sull’argomento è stata la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, da sempre contro il sussidio e che l’ha definito ‘misura ingiusta’. Sul futuro del sussidio le posizioni dei partiti sono molto diverse: il Movimento 5 Stelle punta a rafforzarlo, il centrodestra invece vuole rivedere la misura. Inoltre anche il Partito Democratico intende correggere il sussidio statale.
Un primo cambiamento c’è stato con l’introduzione di una stretta nell’ultimo decreto Aiuti, con un emendamento approvato dall’opposizione del Movimento 5 Stelle. L’articolo 34 bis prevede che anche il no a un’offerta a chiamata diretta da un datore di lavoro privato rientri nel calcolo dei rifiuti che possono far perdere il sostegno, che non possono essere più di due. Quindi a secondo di chi vincerà le prossime elezioni potrebbe esserci un’ulteriore revisione della normativa in senso più o meno restrittivo. Scopriamo quindi le proposte dei vari partiti.
Reddito di Cittadinanza, il suo destino dipende dalle elezioni: le posizioni dei partiti
Tutti sono ben consapevoli che le elezioni decideranno anche il futuro del Reddito di Cittadinanza. Infatti sono diverse le posizioni dei principali partiti sul sussidio statale per le famiglie più bisognose. Chi punta ad eliminarlo totalmente è il centrodestra. Nei giorni scorsi la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha affermato: “Se avessimo dato più soldi a chi assume, adesso avremmo più persone che lavorano”. Mentre secondo Matteo Salvini la misura va cambiata totalmente. Il numero uno della Lega ha infatti dichiarato: “Ha funzionato la parte assistenziale ma non quella di reinserimenti al lavoro. Come lo si modifica? Lasciandolo a chi non può lavorare mentre per chi può lavorare se rifiuti anche una sola offerta perdi subito il beneficio. Il secondo no non è pensabile“.
Posizione differente per il Partito Democratico. Sul tema si è espresso anche il principale partito di centrosinistra, secondo il quale bisogna: “ricalibrare il reddito di cittadinanza secondo le indicazioni elaborate dalla Commissione Saraceno, a partire dall’ingiustificata penalizzazione delle famiglie numerose e/o con minori“. Inoltre ritiene che il sistema vada implementato con un altro meccanismo: l’integrazione pubblica alla retribuzione (in-work benefit) in favore dei lavoratori e delle lavoratrici a basso reddito.
Totalmente differente invece la posizione del Movimento 5 Stelle che vorrebbe addirittura rafforzare il provvedimento. Infatti proprio il reddito di cittadinanza resta una priorità per questo nel loro programma prevedono un «rafforzamento» del sussidio. Nel programma infatti si legge: “Col reddito di cittadinanza abbiamo salvato un milione di cittadini dalla povertà e siamo intervenuti per bloccare le frodi. Abrogare un sistema di protezione sociale come questo sarebbe veramente una follia“, parole confermate anche dal leader Giuseppe Conte.
Queste sono le tre principali posizioni dei partiti, vederemo solamente dopo le elezioni cosa succederà al discusso provvedimento promosso dai pentastellati.