Una pessima notizia sta coinvolgendo tutti gli italiani sul tema delle pensioni: ciò che sarebbe dovuto scomparire, resterà.
È in arrivo una pessima notizia per tutti coloro interessati al tema delle pensioni. Infatti una postilla che sarebbe dovuta sparire adesso si è scoperto che resterà: scopriamo di cosa si sta parlando.
Nonostante le tante idee che sono spuntate nell’ultimo periodo riguardanti le pensioni, alla fine ci sarà una legge che non abbandonerà gli italiani. Stiamo parlando della legge Fornero, con tutti i partiti che ne hanno parlato in questo periodo di campagna elettorale. La normativa che prende il nome dell’ex ministra del governo Monti resterà in piedi anche dopo le elezioni, visto che una riforma costerebbe troppo al Governo. Mentre invece sono più probabili degli accorgimenti che verranno applicati.
Dopo tante promesse alla fine la riforma pensionistica non ci sarà, con la normativa che resterà in vigore anche nel 2023. I costi altissimi di un’eventuale riforma infatti sarebbero causati specialmente dall’inflazione di almeno il 7% in più. Quindi nessuno riuscirà ad impedire lo scalino tra i 64 anni di Quota 102, richiesti nel 2022, e i 67 anni necessari per l’uscita di vecchiaia da gennaio 2023. Sono tre le ragioni principali: non c’è tempo a sufficienza, non ci sono ipotesi concrete sul tavolo e si andrebbe incontro a costi insostenibili per i conti pubblici.
Sono tanti i partiti politici che hanno puntato molto sulla possibile modifica della Legge Fornero durante la campagna elettorale. Tra questi troviamo la Lega, che adesso potrebbe puntare su una deroga. Infatti si potrebbe passare dalle precedenti “Quota 100” e “Quota 102” a “Quota 41”, che però non è una riforma, visto che non prevede la flessibilità strutturale in uscita. Inoltre gran parte dei lavoratori spesso non hanno contributi a sufficienza per andare in pensione.
Mentre invece sembra più moderata la proposta del Movimento 5 Stelle che sul tema mantiene le posizioni del presidente dell’Inps Pasquale Tridico che sostiene ci sia la possibilità di uscire già a 63/64 anni con penalità o ricalcoli contributivi dell’assegno. Inoltre i pentastellati sono anche a favore del riscatto gratuito della laurea.
Diversa la proposta del Partito Democratico. Il partito di Letta propone di rinnovare sia Opzione Donna che l‘Ape sociale, con un occhio di riguardo alla lista di lavori gravosi che potrebbe essere ampliata. Il partito di centrosinistra sta studiando anche una ipotesi di pensione di garanzia per i giovani e tutti coloro nati dopo il 1996 che rischiano di andare in pensione a 70 anni.
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