In pochi conosceranno la pensione a due tempi. Oggi scopriremo di cosa si tratta e quali sono i pro ed i contro.
Durante questo periodo di campagna elettorale uno degli argomenti più discussi è la pensione a due tempi. Infatti diversi partiti politici appoggiano la pensione a due tempi: tutti i pro ed i contro.
La riforma delle pensioni attualmente è ferma. Il tutto è dovuto dalla crisi di Governo e necessita l’insediamento del nuovo esecutivo per riprendere le riforme che sono in cantiere. Quindi si dovrà attendere dopo le elezioni di settembre con la formazione del nuovo governo per avere qualche notizia più precisa. Al momento la cosa che appare più probabile è che ogni decisione su una possibile revisione della Legge Fornero e sull’introduzione di nuove misure flessibili, sia rimandata al prossimo anno.
Servirà quindi più calma per prendere una decisione così importante. Infatti si teme proprio che il 2022 possa concludersi con un nulla di fatto che porterebbe, per forza di cose, ad un ritorno alla Legge Fornero che potrebbe essere mitigato solo da una nuova proroga dell’Ape sociale e dell’opzione donna. L’ennesima degli ultimi anni. Scopriamo quindi in cosa consiste la pensione in due tempi proposta da Tridico.
Pensione a due tempi, in cosa consiste: tutti i dettagli
Dopo che molti partiti politici hanno appoggiato questa idea di Pasquale Tridico di una pensione a 63 o 64 anni. Si tratta della pensione a due tempi che ha proposto diversi mesi fa il presidente dell’INPS. Quindi il bisogno primario dell’esecutivo è quello di permettere pensionamenti flessibili senza andare ad intaccare più di tanto le casse dello Stato. Inoltre non ci sarebbero nemmeno i fondi per sostenere misure dispendiose come la quota 100. Le pensioni calcolate solo con il contributivo si avranno solo dopo il 2030, l’idea è quella di sfruttare proprio il sistema contributivo per permettere l’anticipo.
Quindi Tridico propone: “la possibilità di andare in pensione con 63/64 anni prendendo fino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia, cioè 67 anni, solo il rateo della pensione calcolata con il contributivo”. Inoltre al compimento dei 67 anni, poi, si avrebbe la seconda quota di pensione, quella calcolata con il sistema retributivo che si sommerebbe a quella già percepita. Questa cosa però non piace ai sindacati che vedono la misura troppo penalizzante, soprattutto per chi ha molti contributi versati nel sistema retributivo.
Inoltre si tratterebbe di una misura cui accedere volontariamente e la decisione sarebbe rimandata agli stessi lavoratori che potrebbero, di fatto, comprendere cosa gli conviene maggiormente. Laddove siano disoccupati, invece, o troppo stanchi, meglio una parte di pensione piuttosto che niente. Inoltre bisogna considerare che resterebbero in vigore anche l’anticipata ordinaria e la misura di vecchiaia.