Il governo sta attuando dei tagli riguardo l’assegno pensionistico che riceveranno alcuni lavoratori. Chi riceverà una pensione più bassa?
I vertici dello stato italiano stanno attuando una revisione del sistema pensionistico. Le tempistiche sono sempre più strette. A quanto pare l’attuale quota 102 il prossimo anno sarà accantonata, ma urge trovare una valida alternativa. Probabile che verrà attuata una riduzione dell’assegno delle pensioni.
La testata giornalistica Il sole 24 ore ha riportato la notizia secondo la quale coloro che andranno in pensione a 64 anni riceveranno un taglio pensionistico che si aggira tra il 10 e il 18%. L’ipotesi, infatti, che si sta diffondendo in questo periodo è quella di ridurre l’età pensionabile a 64 anni e gli anni di contributi a 20.
La volontà dei sindacati sarebbe quella di ridurre di 2 anni l’età pensionabile, ovvero a 62 anni. La cosa fondamentale, però, è porre attenzione alle penalizzazioni. Infatti, il quotidiano specifica che in base alle recenti simulazioni si nota che con il calcolo contributivo i lavoratori in regime misto riceveranno una riduzione dell’assegno che si aggira tra il 10 e il18%. Il regime misto si riferisce all’alternanza tra contribuzione e retribuzione per quei lavoratori che il 30 dicembre 1995 non erano in possesso di più di 18 anni di versamenti.
Riduzioni della pensione in vista anche per altre tipologie di lavoratori
La fetta di lavoratori che però rientrerebbero in questo taglio pensionistico è relativamente ristretta. Tale riduzione toccherebbe tutti coloro che possiedono solo 17 anni di versamenti, per adesso, legati al retributivo. Quello che spaventa di più i lavoratori è un altro taglio che tocca una fetta molto più ampia. In questo caso però la riduzione si aggira intorno al 10% e toccherebbe a coloro che hanno una quota di contribuzione fino a sei anni, che però può essere ricondotta al retributivo. In questi casi si attuerebbe un taglio non superiore al 10%.
Per adesso non è stata presa ancora nessuna decisone, il governo e i sindacati sono ancora impegnati alla ricerca di una soluzione che non sia eccessivamente onerosa nei confronti dei lavoratori e che possa rivoluzionare positivamente il sistema pensionistico che fino ad oggi ha subito numerosi cambiamenti.