Grossi cambiamenti in merito al congedo parentale: quali sono le novità introdotte dal Consiglio dei ministri
Durante il decreto licenziato lo scorso 22 giugno 2022 dal Consiglio dei ministri per quanto riguarda il congedo parentale sono state introdotte grosse novità. Queste non riguardano solo le donne ma anche gli uomini, dunque entrambi i genitori.
Tali cambiamenti hanno lo scopo di permettere ai lavoratori di trovare un equilibrio tra vita professionale e familiare. Novità in vista anche sull’aspetto che riguarda la paternità, congedo parentale obbligatorio di dieci giorni diventa strutturare. Il padre potrà usufruirne tra i due mesi che precedono il parto e fino a cinque giorni dopo, in caso di nascita o morte perinatale del nascituro.
Cosa prevedono le norme sul congedo parentale e come cambiano
Ad oggi le norme prevedono che fino al sesto anno di vita del figlio i genitori possono beneficiare di un’indennità che ammonta al 30% della retribuzione, fino ad un massimo di sei mesi dei genitori insieme. La nuova norma prevede ora una diversa distribuzione tra i genitori e si estende fino al 12esimo anno di età del figlio. L’importo è sempre del 30% ma ad entrambi i genitori spettano tre mesi per un tempo totale di sei mesi. Avranno inoltre a disposizione altri tre mesi, questi sono trasferibili tra genitori. Per la coppia il congedo si estende quindi fino a nove mesi. Per il genitore single invece si estende fino a undici.
Lavoratrici autonome e professioniste al momento possono beneficiare di un’indennità di maternità da due mesi prima del parto fino a tre mesi dopo. L’importo ammonta in questo caso all’80% dei cinque dodicesimi del reddito professionale che è stato denunciato al fisco dalle professioniste e l’80% della retribuzione minima giornaliera degli operai agricoli per quanto riguarda le lavoratrici autonome.
Con la nuova norma per entrambe le categorie il diritto in alcuni casi si estende. Quali? In caso di complicanze della gravidanza ritenute gravi o di persistenti forme morbose che presumibilmente possono aggravarsi per via della gravidanza.
Ci sono delle novità anche in merito allo smart working. I datori di lavoro dovranno dare priorità alle richieste che sono state formulate dai lavoratori con figli fino a dodici anni e da quelli che hanno figli con disabilità. Nell’ultimo caso non c’è un limite anagrafico.
Sara Fonte