Il taglio delle forniture del Gas potrebbe spingere il governo italiano a passare da uno stato di pre-allerta a quello di allerta. Cosa accadrebbe
La Russia ha scelto di attuare il taglio delle forniture di Gas. Fin dall’inizio della guerra l’Italia si trova in stato di pre-allarme. Questi nuovi e ulteriori tagli, però, potrebbero portare il governo a decretare lo stato di allarme. Cosa accadrebbe se si dovesse prendere questa decisione?
Nel momento in cui si dovesse passare allo stato di allarme, non ci sarà la definitiva chiusura del gas. Questo, però, indicherebbe, senza dubbio, un peggioramento della situazione, attualmente l’Italia si trova in uno stato di pre-allarme. Questi sono i primi due livelli dei tre presenti nel piano per la crisi energetica.
L’ultimo livello, il più grave, è quello di emergenza. Nel momento in cui la situazione dovesse precipitare, le azioni principali da compiere sono la riduzione del consumo di gas e la ricerca di distributori alternativi a Mosca. Riguardo quest’ultima ipotesi il governo italiano ha intavolato un accordo con Eni e Qatar per il metano liquido. Tale accordo, però, diventerà produttivo solo a partire dal 2025.
Quando scatta lo stato di allarme e quando quello di emergenza
L’Italia attualmente si torva in stato di pre-allarme. Questa situazione è scattata nel momento dell’ingresso in guerra della Russia contro l’Ucraina. Infatti, la situazione di pre-allarme scatta nel momento in cui prendono avvio eventi che potrebbero portare alla riduzione degli approvvigionamenti. Nel caso, invece, avvengano dei tagli nei rifornimenti, però si hanno, ancora, quantità sufficienti per soddisfare i bisogni si passa allo stato di allarme.
Il governo italiano sta valutando proprio questo passaggio perché c’è stata una riduzione delle quantità di gas, ma essendo estate i consumi sono più bassi e si può sostenere una situazione del genere. Il terzo livello ovvero quello di emergenza scatterebbe nel caso in cui Mosca dovesse chiudere definitivamente i rubinetti. In tale occasione, si prenderebbero misure drastiche come limitazioni nell’uso di termosifoni e condizionatori, non solo per gli uffici pubblici, ma anche per i privati cittadini. Per adesso la situazione sembra essere stabile, nonostante ci sia stata una riduzione e i rifornimenti si attestano intorno a 195 milioni di metri cubi di gas, per adesso l’Italia ne consuma 155. Per questo motivo, ancora, non è necessario il passaggio allo stato di allarme.