I pannelli solari galleggianti promettono di essere il futuro: cosa sono e perché sono diversi da quelli classici
Tempi difficili richiedono soluzioni all’altezza. I costi dei carburanti, lievitati per via della crisi energetica e, poi, saliti alle stelle per colpa della crisi ucraina e delle conseguenti sanzioni contro la Russia, obbligano a ricercare una soluzione alternativa.
A fine 2021, l’Italia ha deciso di riattivare due centrali del carbone, quelle di La Spezia e Monfalcone, anticipando – in un certo senso – quello che sarebbe accaduto dopo. Ma il vero futuro a cui i paesi guardano non è di certo il carbone, ma il fotovoltaico.
Pannelli solari galleggianti: una nuova opportunità
A essere sinceri nemmeno i pannelli solari sono totalmente green. Questi strumenti consumano il suolo, presentano delle difficoltà nello smaltimento ed il loro utilizzo prende spazio alle coltivazioni agricole.
Per questo motivo, gli scienziati si sono messi all’opera per sviluppare un’evoluzione del classico pannello solare che tutti hanno in mente: il pannello solare galleggiante. Questo nuovo tipo di impianto troverebbe spazio come copertura di canali e bacini artificiali.
A differenza di quello che si può pensare, la realizzazione di questi pannelli non è particolarmente complessa. Basta montarli su dei galleggianti di plastica. Il loro posizionamento su specchi d’acqua non presenta nemmeno un impatto ambientale nocivo. Anzi ridurrebbe il livello di evaporazione nelle zone colpite dalla siccità.
L’acqua aiuterebbe ad abbassare le temperature dei pannelli, che funzionano in condizioni ottimali a temperature più miti e non troppo elevate. Considerando tutti questi dati, si stima che il rendimento di un impianto solare galleggiante sia superiore del 15% ad uno posizionato sulla terraferma.
Al momento solo il 2% dei pannelli solari esistenti è di tipo galleggiante. Secondo gli esperti, seguire questa via potrebbe costituire una soluzione per aumentare in modo significativo la produzione di energia pulita.
Tuttavia, bisogna anche prendere in considerazione i lati negativi. La permanenza in acqua comporterebbe un lento ma inevitabile degradamento delle piattaforme galleggianti, che finirebbero con il rilasciare nell’ambiente le micro-plastiche.
Inoltre, l’inserimento estensivo di questi strumenti renderebbe inagibili diverse porzioni d’acqua per gli uccelli ed altri animali.
C’è già chi si è messo all’opera per attuare questa soluzione. Pannelli solari galleggianti con potenza di 5 megawatt hanno ricoperto un bacino di raccolta, in California. In Corea del Sud è stato fatto lo stesso su un bacino idroelettrico di una diga. A Singapore è stato creato il primo impianto galleggiante, all’interno di una baia riparata dalle mareggiate.