Non si fermano le polemiche riguardo Kim Kardashian per il Met Gala: ora l’accusa sarebbe diventata però grave
La decisione dell’attrice di indossare l’abito originale di Marylin Monroe non smette di far discutere, pur a settimane di distanza dall’evento. La scelta era stata bollata come di cattivo gusto, da molte persone che hanno sostenuto che si trattasse di una vera e propria mancanza di rispetto nei confronti della bionda per eccellenza.
Ora, però, le accuse che vengono mosse al personaggio televisivo sono ben più gravi, dato che si parla di un danneggiamento del capo di abbigliamento. Il vestito in questione è uno dei più famosi dell’attrice: Marylin lo indossò durante la famosa festa di compleanno di John Kennedy, in cui gli cantò Happy Birthday Mr. President.
Kim Kardashian, danneggia l’abito di Marylin Monroe? Le foto parlano chiaro
L’accusa è partita proprio da Chad Michael Morrisette, il curatore del museo in cui è esposto l’abito, il Ripley’s Believe it or Not!. Sono state persino pubblicate delle foto dell’abito che mettono a confronto il suo stato prima e post-Kardashian (clicca qui per vederle).
Insomma, la scelta da parte del museo di acconsentire alla richiesta di Kim pare che si sia ritorta contro. Non sorprende molto: molti esperti di storia del costume aveva manifestato al propria preoccupazione a riguardo.
Morrisette aveva garantito che la scelta di prestare l’abito non aveva ceduto alla necessità di proteggerne l’integrità, ma così non è stato a quanto pare. Secondo le dichiarazioni e le immagini pubblicate, si noterebbero sull’abito alcuni strappi e la mancanza dei cristalli.
Pare che le precauzioni prese dalla star di Kardashians non siano state sufficienti. Kim ha, infatti, indossato l’abito solo per pochi minuti, prima di sostituirlo con una copia identica all’originale. Inoltre, la star televisiva si è sottoposta anche una dieta serrata per poterci entrare dentro agevolmente.
Non c’è stata una replica da parte della diretta interessata, ma una fonte vicina ha parlato con il Daily Mail, dichiarando che quelli stessi segni di usura erano già presenti sull’abito nel 2016, ossia prima che venisse acquistato dal museo. Anche le immagini scattate al momento dell’acquisto lo proverebbero.