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Economia

TARI, dopo quanti anni va in prescrizione e non si paga più la tassa

Vuoi sapere dopo quanto tempo la TARI va in prescrizione e non bisogna più pagarla? La Legge è chiara in merito. Quello che bisogna sapere

Non è raro che, con la Tari ma non solo, ci possa sfuggire di pagare una tassa con conseguente raccomandata del Fisco dopo anni. E li sono cavoli amari, perché si aggiungono mora e interessi. C’è un tot di tempo, però, dopo cui la tassa va in prescrizione e, anche in caso di notifica, non la si deve pagare.

Tari (Pixabay)

A pagare la tassa sui rifiuti sono coloro che hanno immobili o aree che producono rifiuti urbani. Ci sono casi in cui però il Comune di appartenenza dimentica di chiedere il versamento della tassa, altri in cui non arriva la bolletta a destinazione o anche casi in cui non viene pagata. La Tari, come ogni altro debito fiscale, va incontro alla prescrizione dopo cinque anni. Essi si calcolano dal 1° gennaio dell’anno successivo alla data di dovuto versamento.

In caso di richiesta di pagamento prescritta, però, è bene sapere che bisogna agire per vie legali entro i 60 giorni dal ricevimento. Diversamente, esso diventa un atto definitivo e non può essere contestato. L’impugnazione si effettua alla Commissione Tributaria, previa istanza di mediazione. Ancor prima del ricorso, è meglio presentare istanza di autotutela al Comune di appartenenza. Si tratta, in poche parole, della richiesta di annullamento della richiesta di pagamento per la prescrizione avvenuta.

Gli anni maturati per la prescrizione possono interrompersi nel caso in cui arrivi la notifica del Comune per il pagamento della tassa. In tal caso, il calcolo dei cinque anni riparte da capo.

TARI, in quali casi non va pagata

Tari 2022 (Fonte: Pixabay)

Ci sono casi in cui la TARI non va pagata. Il primo caso si presenta quando il locale in questione non è agibile o se non ci sono allacci di luce e acqua.

Sono esclusi dalla tassa, inoltre, le aree scoperte accessorie a locali tassabili, terrazze, balconi, cantine, solai, aree verdi, immobili in corso di ristrutturazione da almeno due mesi, centrali termiche, cabine elettriche, vani ascensore, locali caldaie, impianti sportivi, palestre, scuole di ballo e strutture medico-sanitarie.

In altre situazioni, pur dovendola pagare, si possono ottenere agevolazioni.

Carolina Gaggero

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