Il bonus da 200 euro messo a disposizione dal governo per i lavoratori dipendenti non arriverà a tutti: chi è escluso e perché
Il governo, per far fronte alla crisi economica che ha colpito numerose famiglie, ha scelto di concedere un bonus ai lavoratori dipendenti. L’agevolazione di 200 euro concessa, però, sembra che non spetterà a tutti coloro che credevano di averne diritto, ma solo a determinate categorie. Questa inizialmente sembrava si basasse sul reddito, ma adesso i parametri sono cambiati.
La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto aiuti ha chiarito tutti gli aspetti necessari per poter usufruire del bonus. Queste nuove regole, però, potrebbero lasciare insoddisfatti numerosi lavoratori. Alcuni dipendenti che si aspettano di trovare la maggiorazione di 200 in busta paga potrebbero rimanere delusi.
Infatti, il bonus non dipenderà dal reddito annuo, bensì dalla possibilità di aver usufruito della retribuzione contributiva per almeno una mensilità nel periodo di tempo che va da gennaio ad aprile. Questo, quindi, implicherà che riceveranno il bonus dipendenti di condizioni retributive differenti. Allo stesso tempo, potrebbero, essere esclusi anche dipendenti che se lo aspettavano o che ne avevano bisogno.
Chi riceve il bonus di 200 euro e chi no
La pubblicazione in gazzetta del decreto aiuti ha spiegato nei minimi dettagli chi può ricevere il bonus una tantum di 200 euro nella busta paga di luglio. L’articolo 31 del decreto, infatti, stabilisce che a ricevere l’agevolazione di 200 euro saranno quei lavoratori che “nel primo quadrimestre dell’anno 2022 hanno beneficiato dell’esonero di cui al predetto comma 121 per almeno una mensilità“. Questo significa che troveranno la maggiorazione in busta paga solo i lavoratori che nel primo quadrimestre dell’anno hanno avuto la riduzione contributiva dello 0,80%, prevista dalla legge di Bilancio 2022. L’esonero contributivo spetta solo a chi nel mese precedente ha avuto una retribuzione pari o inferiore a 2692 euro.
Tra gli esclusi, come spiega il quotidiano economico Il Sole 24 Ore, ci saranno anche gli insegnati non di ruolo. Questo perché il loro contratto scade a giugno e non essendo più in servizio riceveranno l’agevolazione dall’istituto scolastico in cui hanno lavorato e neppure dall’Inps. L’aggiunta, però, di queste nuovi parametri oltre a deludere molti dipendenti potrebbe andare a gravare sul lavoro di numerosi datori di lavoro.