Al Bano ha confessato di essere molto preoccupato: quanto gli sta succedeno, per lui, è davvero un dramma. La vicenda che l’ha colpito
Si tratta di una polemica piuttosto diffusa: la difficoltà a trovare lavoratori per la stagione estiva. E’ ormai dal anni che gli imprenditori se ne lamentano; tra questi figurano anche dei nomi illustri, come Alessandro Borghese e Flavio Briatore.
Ora pure Al Bano, che gestisce all’interno delle sue molte tenute a Cellino San Marco molte attività (tra cui una grande azienda agricola, un hotel e vari ristoranti), si accoda sulle critiche in corso. Moltissimi, tra cui lo stesso ex marito di Romina Power, puntano il dito contro il reddito di cittadinanza, che avrebbe tolto alle persone la “voglia” di lavorare.
Al Bano preoccupato: non riesce a trovare lavoratori per le sue imprese
Nonostante la levata di scudi attuata dagli imprenditori contro la forma di sostegno al reddito, ideata dal Movimento 5 Stelle, la questione, in realtà, si pone su un piano leggermente diverso.
E’ noto e arcinoto che il lavoro stagionale in Italia sia caratterizzato da orari eccessivi e retribuzioni non corrispondenti al tempo in cui si lavora. Per non parlare del tipo di contratto che viene solitamente riservato a chi lavora in questo settore.
Coloro che hanno un’alternativa, ossia il Reddito di cittadinanza, non hanno più intenzione di essere sfruttati, se possono evitarlo. La maggior parte degli imprenditori fa appello a paroloni quali “spirito di sacrificio” ed “intraprendenza”, ma la verità è che la matematica non è un’opinione. Se non si ha un riscontro numerico, le persone hanno tutto il diritto di rifiutare determinati lavori.
Al Bano ha anche una proposta in merito che, secondo lui, potrebbe risolvere la situazione: seguire l’esempio tedesco.
In Germania, ha spiegato Al Bano a La Vita in Diretta, i ragazzi sopra i 12 anni sono coinvolti in un apprendistato all’interno delle imprese, in modo da entrare in contatto con il mondo del lavoro in maniera piuttosto precoce. L’idea ha un suo senso, ma non deve nemmeno essere una via di fuga per coloro che non intendono adeguare gli standard del lavoro alle esigenze reali dei lavoratori.