Tra il 2019 e il 2020 il tasso di occupazione è calato per tutti all’interno del nostro paese. Questo è collegato alla scolarizzazione, che varia a seconda delle regioni
A partire dal 2019, anno in cui è scoppiata la pandemia mondiale di coronavirus, il tasso di occupazione è calato vertiginosamente all’interno del nostro paese.
Da sempre la capacità di trovare un lavoro dipende essenzialmente dal grado di scolarizzazione dell’individuo. Infatti il tasso di occupazione, anche prima della pandemia era più basso tra le persone con minore scolarizzazione.
In ogni caso nel 2008 la differenza occupazionale, tra i giovani con al massimo la licenza media e quelli con titoli di studio terziario (laurea/master) era molto inferiore rispetto agli ultimi anni. A partire dal 2020 coloro che posseggono un titolo secondario inferiore, sono occupati nel 62% dei casi, contro il 78,3% dei laureati. Dunque un buon livello di istruzione è in grado di assicurare un futuro più stabile ai cittadini e allo stesso tempo di incrementare la “resilienza” territoriale in caso di crisi.
Inoltre in base a delle analisi compiute da Openpolis.it, si è evidenziato che il tasso di scolarizzazione vari in base alle regioni italiane; in particolare vi è un grande divario tra Nord e Sud Italia.
Il divario “culturale” tra nord e sud
Openopolis.it riporta che, in base ai test Invalsi di Italiano, risalenti all’anno scolastico 2020/2021, il divario culturale tra nord e sud è una realtà molto evidente. In particolare il punteggio più alto è stato riscontrato all’interno delle scuole del Nord-est (pari al 202,5), segue poi il Centro con un punteggio di 199,3, il Nord-over con un punteggio di 198,6 e in fondo alla classifica il Sud con un punteggio di 190,6 (al di sotto della media nazionale).
Nello specifico i capoluoghi con il punteggio più alto sono: Sondrio, Pavia, Lecco, Como, Monza e Bergamo. Al contrario i punteggi più bassi si trovano quasi tutti nel Sud e nelle isole. In particolare in Sicilia abbiamo le città di Trapani, Palermo, Catania, Messina e Siracusa. Due città calabresi: Crotone e Vibio Valentia e una campana, cioè Napoli. Va poi specificato che nella classifica dei punteggi più bassi sono presenti anche due città del centro-nord, ossia Vercelli (Piemonte) e Prato (Toscana).
Dunque ancora una volta il divario tra Nord e Sud Italia rappresenta una problematica reale e concreta. Il problema parte dalle istituzioni, le quali dovrebbero adoperarsi maggiormente per eliminare queste differenze, in modo da incentivare l’uguaglianza a livello sociale, culturale e lavorativo dell’intera penisola italiana.