Numerose aziende hanno scelto di rivedere i propri rapporti con la Russia, dopo che sono state diramate le sanzioni: quali sono
La lista delle aziende che hanno scelto di tagliare i ponti con la Russia sono diventate numerose. Soprattutto alla luce delle sanzioni nei suoi confronti molte compagnie hanno deciso di togliere i propri capitali e le sedi da Mosca.
Tra le compagnie che allo scoppio della guerra hanno scelto di non aver più nulla a che fare con la Russia ci sono Maersk, MSC e DHL. Queste aziende sono impegnate nel settore della spedizione, le prime due tramite container. La prima e la terza hanno scelto di sospendere i servizi di consegna per e da la Russia, mentre la seconda ha deciso di accettare, dalla Russia, esclusivamente ordini per merci essenziali.
Anche le compagnie energetiche hanno preso importanti decisioni in merito. La Shell è uscita dall’accordo con Gazprom e intende porre fine al coinvolgimento nel progetto del gasdotto Nord Stream 2. TotalEnergies, invece, si rifiuta di portare capitali nel paese e, anche, Exxon ha fatto sapere che sta pianificando la propria uscita dalla Russia. Infine anche la BP ha deciso di uscire dall’azienda azionaria russa Rosneft.
Oltre alle aziende energetiche, anche, si sono scagliate contro la Russia importanti compagnie impegnate nell’industria della moda. Adidas ha scelto di interrompere la collaborazione con la federcalcio russa, invece Nike e H&M hanno sospeso le vendite nel Paese, sia per sanzionarlo che per problemi logistici nella consegna. Operazioni commerciali in Russia sospese anche da Levis & co, Decathlon, Prada e Uniqlo. Anche Ikea ha deciso di interrompere i propri rapporti con la nazione che ha intrapreso la guerra contro l’Ucraina.
La case automobilistiche e le aziende impegnate nella ristorazione abbandonano la Russia
Anche altre aziende hanno scelto di interrompere la vendita dei propri prodotti in Russia. Molte di queste compagnie sono colossi nel settore informatico come Apple, Samsung, Xiaomi, Lenovo e Huawei. Oltre a queste le case automobilistiche dalla Ferrari alla Volvo, dalla Renault alla Ford, dalla Volkswagen all’Harley Davidson hanno vietato la vendita dei loro prodotti in Russia.
Anche le più importanti aziende impegnate nella ristorazione hanno preso una decisione simile: la Nestlè ha bloccato la vendita e la consegna di beni non essenziali, lo stesso hanno fatto l’Heineken, la PepsiCo, la Coca-Cola. Invece, McDonald’s, dopo pesanti pressioni, ha chiuso tutti e gli 850 punti vendita nel paese.
Infine le banche e le compagnie finanziarie che hanno scelto di tagliare i ponti con Mosca sono: Visa, Mastercard e PayPal. Al contrario, non hanno scelto di chiudere i rapporto con il Cremlino Assicurazioni Generali, che ha lasciato 3 posti nella compagnia russa di cui detiene il 37,5%, e la banca BPER che non ha paura di possibili ripercussioni.