I dieci errori grammaticali che gli italiani commettono più spesso: uno è davvero incredibile. La classifica completa
Uno studio ha evidenziato che sempre più italiani commettono errori grammaticali. Infatti, sembrerebbe che gli italiani ignorino alcune regole base della grammatica italiana.
Tra gli errori più diffusi non manca l’errato utilizzo del congiuntivo. Lo studio, infatti, ha determinato che il 34% della popolazione italiana, sbaglia la formulazione delle frasi contenenti il congiuntivo, virando principalmente sull’imperfetto o il presente. Questo errore porta anche a evitare l’uso del condizionale, o ancora più spesso capita che si utilizzi il condizionale al posto del congiuntivo. Le altre principali lacune riguardano l’apostrofo e la punteggiatura. Soprattutto, in riferimento a quest’ultima molti non hanno compreso che ogni segno di interpunzione ha un ruolo specifico. La virgola permette di prendersi una pausa nella lettura dei periodi lunghi. Il punto, invece, chiude un discorso. Il punto e virgola si utilizza quando all’interno di uno stesso periodo si cambia discorso. Infine, i due punti, principalmente, introducono una lista o un discorso diretto. L’apostrofo si utilizza con le parole femminili, con quelle maschili quando c’è un’elisione e in caso di troncamento (es. un poco diventa un po’). Infatti, tra “po, po’ e pò” l’unica forma corretta è “po’”. Tra gli errori più comuni c’è l’errata trascrizione di “qual è” (forma corretta) che si presenta spesso nella forma sbagliata “qual’è”.
I pronomi, la “d” eufonica e l’uso di “c” e “q”: errori grammaticali da evitare
L’errore più diffuso è l’utilizzo esclusivo del pronome “gli”. Quest’ultimo si dovrebbe usare solo se ci si riferisce a un soggetto maschile, invece “le” quando ci si riferisce a un soggetto femminile. Anche se, ormai, nel parlato sembra essere comune e accettato l’uso indifferenziato di “gli”. La definizione “d” eufonica significa l’utilizzo della consonante per rendere più armonioso il suono di due parole vicine, ovvero evitare che due vocali siano troppo vicine. Le forme più diffuse sono “ed” e “ad”.
L’errore sta nell’utilizzarle senza criterio e inserire la “d” anche davanti alle consonanti, invece andrebbe utilizzata solo davanti a parole che iniziano per vocale (es. ad esempio) anche se i linguisti preferiscono l’uso della “d” eufonica solo se si incontrano le stesse vocali (es. Marco ed Enrico). Gli italiani fanno molta difficoltà a comprendere quando usare la “c” la “q” o entrambe. Si usano entrambe, principalmente quando la parola contiene la forma “acqua”. Alle elementari spesso si insegna che prima della “u + vocale” ci vada la “q”, ma non sempre è così. Le parole complesse che provocano errori di confusione tra le due consonanti sono: evacuare, scuotere, proficuo, promiscuo, riscuotere o innocuo.