Digitale terrestre | Uno storico canale a breve scomparirà per sempre: i telespettatori purtroppo dovranno abituarsi a farne a meno
Il digitale terrestre ha diffuso le graduatorie delle emittenti che potranno continuare a trasmettere in Sicilia. La notizia ha sconvolto gli utenti perché molte canali storici rischiano di chiudere definitivamente.
Tra le varie televisioni costrette a chiudere c’è, anche, l’immortale, almeno fino ad oggi, Telejato. L’emittente storico, negli anni, ha reso un encomiabile servizio pubblico, soprattutto con le sue inchieste contro la criminalità organizzata. Già con l’introduzione del digitale terrestre l’emittente rischiava di chiudere, ma si è salvata diventando parte di un consorzio. Ma oggi, la chiusura appare inevitabile. Infatti, Telejato non si trova tra le emittenti che potranno continuare a trasmettere. A spiegare la chiusura è intervenuto il direttore Pino Maniaci. L’emittente è riuscita a resistere agli attentati della mafia e a parte della magistratura di Palermo, ma nulla ha potuto contro lo stato. Per restare in vita ci sarebbe voluto un esborso economico di 40mila euro annui. L’unica alternativa sarebbe stato affittare un canale dall’emittente Trm, ma il costo per l’affitto di un solo canale è eccessivo (si parla di circa 3.500 euro mensili).
Telejato nata nel 1989, ma dopo oltre trent’anni, rischia di abbandonare i propri telespettatori. L’emittente televisiva palermitana non è stata inserita all’interno della nuova graduatoria del digitale terrestre. Il creatore dell’emittente è stato Alberto Lo Iacono e affiancava il partito rifondazione comunista. Alcuni anni dopo, nel ’99, Maniaci l’ha rilevata, dando vita a un canale televisivo. L’obiettivo iniziale era quello di combattere la mafia e i poteri forti. Per alcuni anni questo scopo è stato raggiunto, grazie ai telegiornali e alle inchieste dai toni forti. La piccola emittente è riuscita a resistere a numerosi attacchi, ma questa volta ha dovuto cedere sotto i colpi dello stato. Al momento si può fruire di telejato solo in streaming, e fortunatamente “siamo riusciti ad avere – come spiega il direttore Maniaci – su Tvm alcune finestre per i telegiornali“. Questo però ha costretto ha dover ridurre i toni dei telegiornali per diminuire la quantità e la possibilità di querele.
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