La guerra in Ucraina sta causando non poche ripercussioni anche nel mondo alimentare: un importante ingrediente delle nostre ricette potrebbe scomparire
Il conflitto in Ucraina potrebbe causare agli europei gravi danni non soltanto per ciò che attiene le forniture di gas, petrolio e grano. La crisi investirà anche l‘olio di semi di girasole, uno tra gli ingredienti più utilizzati nello nostre ricette.
Per capire l’impatto che potrebbe avere sul nostro Paese, basta pensare che negli ultimi due anni l’Italia ha importato circa 298.000 tonnellate di olio di girasole, il 91% dall’Ucraina. Il paese, oggi sotto assedio, è il maggior produttore al mondo, tra l’altro questo mese, marzo, è proprio quello di semina del girasole. In base a quanto riferito dall’AGI, entro un mese le nostre scorte del prodotto alimentare si esauriranno. L’avvertimento è stato lanciato da Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia, aderente a Federalimentare e Confindustria. Il presidente del gruppo Oli da semi dell’Associazione, Carlo Tampieri, ha dichiarato: “Questo conflitto sta facendo molto male al nostro settore, oltre che ai consumatori, perché rende difficile l’approvvigionamento di materia prima. Di conseguenza, a risentirne sarà anche l’attività delle singole imprese“.
Resteremo senza olio di girasole? Cosa sta succedendo
I due maggiori produttori dell’olio di girasole sono proprio l’Ucraina e la Russia, che realizzano il 60% della produzione mondiale di olio di girasole e circa il 75% dell’export mondiale di questo prodotto. La chiusura dei porti sul Mar Nero ha fermato gli scambi tra i due più grandi esportatori, attualmente in conflitto. I due Paesi, infatti, riforniscono l’industria europea, Italia compresa, soltanto via mare. Dunque, le navi che trasportano olio o semi di girasole sono tutte bloccate, in particolare presso Mariupol e Odessa, centri nevralgici del commercio via mare.
Tale prodotto alimentare è utilizzato in diversi cibi, come ad esempio nella produzione di conserve, salse, maionese, condimenti spalmabili. Senza contare che è l’ingrediente più usato nelle nostre fritture. L’industria italiana di spremitura produce solo 250,000 tonnellate di olio grezzo. Da quando è iniziata la guerra, sono almeno 50.000 le tonnellate di olio grezzo di girasole bloccate nei porti ucraini che non sono mai arrivate in Italia. “Se la guerra cessasse nei prossimi giorni tornare alla normalità sarebbe comunque complesso. Tuttavia, la situazione potrebbe complicarsi ulteriormente, se il conflitto dovesse proseguire, perché salterebbe la semina, prevista in primavera“, ha osservato il Presidente di Assitol. Il girasole è l’ingrediente necessario per moltissimi usi alimentari e non, dell’economia italiana. Basti pensare a quanto è apprezzato nel settore del bakery, ma è necessaria anche per le farine per uso zootecnico e alle oleine, fondamentali per l’industria oleochimica ed energetica, ad esempio per il biodiesel.