Il tanto atteso e temuto 8 marzo per il digitale terrestre è arrivato: i consigli utili su cosa fare e il focus su quello che è cambiato e quello che devi realmente fare.
Il fatidico 8 marzo, ormai, è giunto e tutte le emittenti nazionali presenti sul digitale terrestre del nostro Paese cambiano codec. Cos’è il codec? Si tratta dell’algoritmo che permette di codificare le immagini e l’audio. In queste ore, quindi, è avvenuto il passaggio da MPEG-2 a MPEG-4. Fin qui tutto semplice, ma non tutti i televisori ed i decoder sono compatibili con il nuovo codec.
Cosa bisogna fare allora? Al momento non c’è da preoccuparsi. Il passaggio definitivo arriverà solo a partire dal 2023 ma è bene prepararsi perché dal prossimo anno, a seguito dello switch off, si vedrà solo attraverso il nuovo codec. Ad oggi, i canali risulteranno “sdoppiati” e visibili ancora in MPEG-2, ma la numerazione non sarà più la stessa. Questi, infatti, verranno spostati oltre il 500. Si tratta, però, di una modifica solo provvisoria e che avrà quindi vita breve.
Ma perché sta avvenendo questo fondamentale passaggio in Italia? Tutte le frequenze della televisione stanno migrando per lasciare le bande da 694 a 790 MHz agli operatori telefonici. Questo affinché la velocità del 5G possa esprimersi al meglio anche nel nostro Paese. Nella seconda metà dell’anno, a partire dal mese di luglio, le frequenze disponibili per le tv saranno sempre di meno.
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Dopo oggi, 8 marzo, sarà fondamentale fare una verifica essenziale. La tua tv o il tuo decoder ti permettono di guardare i canali HD senza alcun problema? Sintonizzandoti su RAI 1 HD al canale 501 o su Canale 5 HD sul canale 505 riesci a vedere le immagini senza problemi? Allora non avrai alcun problema nei prossimi mesi.
Cambieranno le numerazioni, questo è vero, e nelle prossime settimane potrebbe essere necessario risintonizzare il proprio televisore o il decoder. Da domani, 9 marzo, le Regioni particolarmente interessate sono quelle dell’Area 3 (dal 9 febbraio al 14 marzo) e dell’Area 4 (dall’1 marzo al 15 maggio). Le zone che si troveranno all’interno di queste aree sono, in sostanza, tutte quelle del nostro Paese ad esclusione della Sardegna, della Campania, della Liguria, dell’Umbria, del Lazio e della Toscana.
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