Molte emittenti rischiano di sparire con il nuovo digitale terrestre: il motivo è davvero assurdo. Scopriamo i dettagli.
Come sappiamo, il processo di risintonizzazione dei canali tv italiani sta avvenendo proprio in questi mesi. Nel corso del tempo, infatti, tutte nelle zone del nostro Paese si stanno progressivamente cambiando le frequenze e dal comune sistema DVB-T si passa al DVB-T2.
Questa “migrazione” serve a consentire un abbandono da parte delle emittenti televisive della banda di 700 MHz per lasciarla al settore telefonico per potenziare il servizio del 5G. Come già spiegato in un altro articolo, l’Italia è stata divisa in cinque aree per mettere a punto il processo appena descritto.
Dallo scorso 9 febbraio, ad esempio, le zone interessate dal passaggio sono quelle dell’Area 3: Emilia-Romagna esclusa la provincia di Piacenza, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Il tutto si concluderà il prossimo 14 marzo 2022.
In ogni caso, tutto il nostro Paese subirà questo processo che finirà entro il mese di giugno. Per controllare se la propria TV è compatibile con il DVB-T2 si può effettuare una prova molto semplice. Se l’apparecchio in questione riceve i canali 501 (Rai 1), 505 (Canale 5) o 507 (La7) vuol dire che è idoneo. Si precisa che basterà che solo uno di essi sia visibile per non avere in seguito problemi. Per approfondire CLICCA QUI.
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Recentemente, però, è stato sollevato un problema che riguarda le emittenti televisive locali. In particolare, la questione è stata riscontrata nelle Marche dove l’Assemblea legislativa ha approvato all’unanimità la mozione riguardante questo tema.
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Secondo quanto riferito dai consiglieri, si sta verificando un aumento dei prezzi per le nuove frequenze del digitale terrestre. Nel caso specifico, le richieste economiche sarebbero cinque volte maggiori rispetto ai prezzi attualmente applicati dagli operatori di rete.
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Un costo eccessivo per le emittenti locali che, qualora la situazione restasse invariata, sarebbero costrette a chiudere i battenti. In tal senso, i consiglieri delle Marche chiedono che vengano tutelate queste realtà perché sono espressione delle varie sfaccettature della nostra Italia. Sicuramente la questione non si chiuderà qui, ma cosa succederà alle emittenti locali?
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