I malintenzionati hanno messo in atto una nuova truffa, che si diffonde via sms, e coinvolge i possessori di Green Pass: come accorgersene e difendersi
Negli ultimi tempi in rete si è diffusa un nuova modalità di truffa chiamata phising, attraverso la quale un malintenzionato riesce a carpire informazioni personali del povero malcapitato di turno, caduto nella trappola fingendosi un ente affidabile.
In genere, questi ignobili tentativi avvengono attraverso delle e-mail. L’hacker può agire fingendosi non soltanto noti brand o siti e-commerce, ma anche enti pubblici come le Banche. Un altro tipo di truffa, la meno avanzata è quella telefonica o via SMS. In tal caso il malintenzionato contatta la vittima tramite chiamata o messaggio di testo mediante dei numeri sconosciuti che richiedono il rilascio di specifiche informazioni personali.
La Polizia di Stato ha comunicato che nelle ultime settimane sta girando un messaggio che pare sia inviato dal Ministero della Salute. Il mittente, infatti, è Min Salute e il contenuto fa riferimento proprio al Green pass: “La sua certificazione verde Covid-19 risulta essere clonata, per evitare il blocco è richiesta la verifica dell’identità“.
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Il messaggio, poi, invita a cliccare sul link riportato nel testo che ci esorta ad inserire dati personali. Questi dati, purtroppo, vengono immediatamente clonati, come ha chiarito la Polizia di Stato: “Non cliccate sul link. I dati personali che inserite vengono rubati“. Soltanto due settimane fa, il Ministero della Salute aveva dato un allarme simile. In quell’occasione, la truffa ci giungeva mediante una mail, da un indirizzo che si poteva confondere con quello ufficiale del ministero.
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Il testo della mail era il seguente: “Attenzione: certificazione verde anti-Covid sospesa“. Intanto, già a partire da martedì 15 febbraio, ricordiamo che sono scattata nuove regole che prevedono l’obbligo del green pass per tutti i lavoratori over 50. Coloro che non ne sono in possesso rischiano una multa salatissima che va dai 600 ai 1.500 euro. Inoltre, essi verranno considerati assenti ingiustificati perdendo così il diritto a retribuzione e contributi. Il mancato possesso per quattro giorni (anche non consecutivi) del certificato attestante l’obbligo fa scattare, a partire dal quinto giorno, la sospensione dal servizio e dallo stipendio. La misura vale fino al 15 giugno 2022.
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