Roberto Saviano: la verità sulle condanne per plagio e diffamazione

Roberto Saviano, questa sera, è ospite del Festival di Sanremo 2022: la verità dietro le condanne per plagio e diffamazione.

Lo scrittore napoletano figura tra gli ospiti della terza puntata dell’evento musicale e canoro più seguito e discusso del nostro Paese. Dopo gli interventi comici di Fiorello e Checco Zalone, arriva sul palco del teatro Ariston un momento serio e di commozione.

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Roberto Saviano vince l’Orso d’argento al Berlinale International Film Festival Berlin al Berlinale Palace (Getty Images)

Lo scrittore ed intellettuale campano, infatti, toccherà un tema molto sentito da parte degli italiani: la strage di Capaci, di cui ricorreranno i 30 anni. In questi giorni, inoltre, è stato sollevato anche il “problema” relativo al suo cachet per la sua presenza a Sanremo 2022.

Saviano ha scelto di rinunciare a qualsiasi compenso e parteciperà in maniera totalmente gratuita al Festival. In tanti hanno fatto notare la scelta è dovuta ad una forma di difesa dalle continue critiche gratuite e spesso offensive ai suoi danni.

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Roberto Saviano e le condanne per plagio e diffamazione

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Roberto Saviano al Berlinale International Film Festival Berlin al Berlinale Palace (Getty Images)

Lo scrittore, in passato, ha dovuto far fronte a delle accuse per plagio e diffamazione trasformatesi in delle vere e proprie condanne. Vediamo nello specifico di cosa si tratta.

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Secondo la sentenza della Corte d’Appello di Napoli, Saviano e la casa editrice Mondadori nel 2013 hanno commesso un’illecita riproduzione di due articoli pubblicati da quotidiani dell’hinterland campano: rispettivamente le Cronache di Napoli ed il Corriere di Caserta.

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In un primo momento, la sentenza prevedeva il pagamento da parte dello scrittore e della casa editrice di un risarcimento dei danni per un totale di 60.000 euro, a cui andavano aggiunte le spese legali. Dopo aver presentato ricorso alla Cassazione, Saviano ha ottenuto dalla Suprema Corte un invito ad un calcolo del danno al ribasso rispetto a quello stimato dalla Corte d’Appello. Alla fine, lo scrittore e la casa editrice Mondadori hanno dovuto risarcire la Libra Editrice sulla base degli “utili realizzati illegalmente dall’autore della violazione”.

La condanna di diffamazione, invece, è arrivata nel 2018 da parte del Tribunale di Milano dopo la denuncia di Vincenzo Boccolato, imprenditore che vive all’estero ed incensurato. L’uomo era stato falsamente accusato in Gomorra di far parte di un clan camorristico coinvolto nel traffico di cocaina.

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