Il reddito di cittadinanza ha subito importanti modifiche tra cui anche la revoca dell’aiuto dopo il rifiuto di due proposte di lavoro: scopriamo nel dettaglio
La legge di bilancio approvata dal Governo Draghi ha apportato dei profondi cambiamenti anche per quanto riguarda il reddito di cittadinanza. Il sostegno, infatti, ha ottenuto nuove risorse ma con qualche importante novità. Come è noto, si tratta di una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale.
Possono beneficiare di tale aiuto coloro che risiedono in Italia da almeno 10 anni, gli ultimi due, prima della presentazione della domanda, devono essere in modo continuativo. Il beneficio è rivolto a:
i cittadini italiani o europei e i rispettivi familiari in possesso del permesso di soggiorno o di quello permanente;
i cittadini di paesi terzi titolari del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.
L’aiuto è in vigore dal 6 marzo 2019 ed è regolamentato dal DL 4/2019. La novità sostanziale riguarderà le proposte di lavoro che arriveranno ai percettori del reddito di cittadinanza. Infatti, dopo il rifiuto di due offerte lavorative, il sostegno da parte dello Stato verrà revocato. Prima di tali modifiche, era possibili rifiutare tre proposte di lavoro.
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Inoltre, trascorsi sei mesi, per gli “occupabili”, cioè le persone tenute agli obblighi connessi alla fruizione del beneficio, il beneficio subirà un taglio di cinque euro al mese. La decurtazione verrà sospesa quando almeno un dei componente del nucleo familiare comincerà a lavorare.
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In ogni caso queste modiche non riguarderanno anche le famiglie con bimbi al di sotto dei tre anni o con disabili gravi o non autosufficienti, né chi riceve meno di 300 euro. Per finire, verranno messi in atto controlli più rigorosi anche sulla situazione della fedina penale dei componenti del nucleo familiare, attraverso uno scambio di informazioni tra INPS e ministero della Giustizia.
Sono necessari determinati requisiti reddituali, come:
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