Israele, sospesa la somministrazione della quarta dose di vaccino contro il Covid-19: i dubbi sull’efficacia.
In Israele la quarta dose del vaccino anti Covid-19 doveva essere somministrata a partire dalla giornata di domenica ma la prosecuzione della campagna vaccinale è attualmente momentaneamente sospesa. Nel corso della scorsa settimana un gruppo di esperti del ministero della Salute aveva dato l’ok per la somministrazione alle persone di età superiore ai 60 anni, dei sanitari e degli immunodepressi. Non è arrivata però l’approvazione finale da parte del direttore generale del Ministero della Salute Nachman Ash, per questo la campagna vaccinale non è partita. Pare sia iniziato uno studio proprio per valutare l’efficacia della quarta dose.
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Lo studio messo in atto per valutare l’efficacia della quarta dose di vaccino coinvolgerà 6000 persone. Tra loro ci saranno 150 operatori sanitari della struttura ospedaliera con un livello attuale di anticorpi basso a cui verrà iniettata la quarta dose. Lo studio infatti testerà il suo effetto sul livello degli anticorpi, sulla prevenzione della malattia e verificherà anche la sua sicurezza. Tutto ciò per valutare nel concreto il vantaggio che porterebbe a valutare se davvero necessaria la somministrazione di questa ulteriore dose. La mancata approvazione da parte del direttore generale del ministero della Salute pare sia legata anche alla diffusione della variante Omicron. La mutazione si diffonde più facilmente e, guardando alla protezione del vaccino, i dati mostrano una minore efficacia contro la malattia sintomatica causata.
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I risultati dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito mostrano che Omicron potrebbe generare una malattia più lieve rispetto alle altre varianti. In Sudafrica, il primo paese dove è stata rilevata la variante, si sta pensando di porre fine al tracciamento dei contatti ed alla conseguente quarantena. Secondo una ricerca condotta dall’Istituto Nazionale per le Malattie Trasmissibili di Johannesburg, i sudafricani che contraggono il Covid-19 nell’attuale ondata di infezioni hanno l’80% in meno di probabilità di essere ricoverati in ospedale se contraggono la variante Omicron rispetto ad altri ceppi.
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