L’assegno unico è concesso ai genitori con figli a partire dal settimo mese di gravidanza fino ad arrivare al ventunesimo anno di età: le regole per i genitori divorziati o separati
Da marzo 2022, l’assegno unico prenderà il posto delle detrazioni in busta paga e dei bonus per le famiglie. L’importo verrà diviso tra coloro che esercitano la cosiddetta responsabilità genitoriale. Tuttavia bisogna anche analizzare il caso dell’affidamento esclusivo. L’agevolazione è concessa a tutti i genitori a partire dal settimo mese di gravidanza fino ai ventuno anni di ciascun figlio. É necessario però capire cosa prevede la misura nell’ipotesi di genitori separati o divorziati. Teoricamente potrà beneficiare dell’incentivo il genitore che per primo invia la richiesta all’Inps. Tuttavia è concesso anche fruire del beneficio al 50% e ripartirlo tra entrambi i genitori.
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A chi spetterà l’assegno unico in caso di separazione o divorzio?
Nell’ipotesi di affidamento esclusivo l’assegno toccherà, salvo accordo che disponga diversamente, al genitore affidatario. Mentre nel caso in cui venga nominato un tutore legale, l’assegno verrà versato tenendo conto dell’interesse esclusivo del minore tutelato. Invece, nei casi di separazione e divorzio l’assegno inciderà sul contributo al mantenimento nell’eventualità in cui uno dei due genitori ceda l’assegno all’ex marito o all’ex moglie.
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Quindi l’assegno spetterà in pari misura tra coloro che esercitano la cosiddetta responsabilità genitoriale. Nel caso in cui ci sia accordo tra le parti chi dei due presenta domanda dovrà indicare anche i dati anagrafici dell’altro genitore. In ogni caso, per chiarire meglio la situazione si attendono le circolari dell’Inps. L’assegno riguarderà circa 7,2 milioni di famiglie, la somma di cui si potrà beneficiare cambierà in base al reddito di ciascun nucleo, fino ad un importo massimo di 175 euro al mese per ogni figlio.
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