L’Inps ha comunicato due importanti novità riguardanti il reddito di libertà: scopriamo tutte le modifiche
Due sono le modifiche annunciate dall’Inps per il Reddito di libertà, incentivo destinato alle donne vittime di violenza, che prevede un contributo mensile fino a 400 euro. In primis, hanno sostituito il modulo per far richiesta. La seconda novità riguarda il rilascio della procedura per l’acquisizione da parte degli operatori comunali.
Il modulo, allegato alla circolare dell’Inps, va presentato alle dirette interessate o a un delegato o, ancora, ad un rappresentante legale. Ad occuparsene deve essere il Comune di residenza che può ottenerlo al sito dell’Istituto seguendo alle indicazioni presenti sul sito (clicca qui). Il servizio è disponibile a coloro che sono in “possesso di Spid di livello 2 o superiore o di una Carta di identità elettronica 3.0 o una Carta Nazionale dei Servizi”.
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Reddito di libertà, tutto ciò c’è da sapere
Il Reddito di libertà, introdotto con il decreto-legge 19 maggio 2020 n. 34, è per le donne che, vittime di violenza, sono assistite da centri riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali.
Possono richiedere il bonus tutte le cittadine italiane o che risiedono in Italia. Nel caso, però, in cui siano comunitarie o extracomunitarie la domanda può essere accettata solo se si ha un permesso di soggiorno regolare. Le rifugiate politiche hanno a tutti gli effetti lo stesso status delle cittadine italiane.
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Il contributo, erogato mensilmente (fino a 12 mesi), può raggiungere i 400 euro massimi. L’importo può essere accreditato su un conto corrente, libretto di risparmi o carta prepagata. L’incentivo non viene tassato e si può cumulare con altri sussidi.
Oltre alle altre cose, per la domanda, bisogna avere un’attestazione che confermi il bisogno che viene rilasciata dal servizio sociale di riferimento. Serve anche una dichiarazione che comprovi l’emancipazione ed autonomia della donna, la quale viene rilasciata dal legale rappresentante del centro antiviolenza.
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