La legge di bilancio, approvata dal Governo Draghi ha apportato importanti modifiche al reddito di cittadinanza: tutte le novità
La legge di bilancio approvata dal Governo Draghi ha introdotto delle importanti novità anche per quanto riguarda il reddito di cittadinanza. Il sostegno, infatti, ha ottenuto nuovi fondi ma con qualche importante modifica. Come ben sappiamo, si tratta di una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, di un sostegno economico a integrazione dei redditi familiari.
In sostanza, viene stipulato un patto tra lo Stato e il disoccupato: lo Stato fornisce alla persona senza lavoro degli aiuti economici che in cambio dovrà intraprendere un percorso di reinserimento lavorativo e sociale. Tale beneficio è in vigore dal 6 marzo 2019 ed è regolamentato dal DL 4/2019.
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La novità sostanziale relativa al reddito di cittadinanza, infatti, consiste nell’introduzione di un nuovo meccanismo per favorire la ricerca di lavoro da parte di coloro che ne beneficiano. Inoltre sono previsti anche maggiori controlli sui reati che impediscono di accedere alla misura in questione. “Condivido il principio del reddito di cittadinanza. Tuttavia ritengo necessaria un’applicazione priva di abusi e che non sia da intralcio al funzionamento del mercato del lavoro“. Ha spiegato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, introducendo le nuove regole. Il Premier ritiene che il sistema precedente non abbia funzionato, creando un disincentivo al funzionamento del mercato del lavoro.
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Una novità importante riguarderà le proposte di lavoro che giungeranno ai percettori del reddito di cittadinanza. Infatti dopo il rifiuto di due offerte lavorative, l’aiuto economico da parte dello Stato verrà meno. Attualmente vi era la possibilità di rifiutare tre proposte di lavoro. Inoltre, dopo un semestre per gli “occupabili”, cioè le persone tenute agli obblighi connessi alla fruizione del beneficio, il sostegno subirà un taglio di cinque euro al mese. Il taglio verrà sospeso quando almeno un dei componente del nucleo familiare inizierà a lavorare. Tuttavia tale novità non riguarda le famiglie con bimbi al di sotto dei tre anni o con disabili gravi o non autosufficienti, né chi riceve meno di 300 euro.
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