Assegno unico universale per i figli: i nuovi importi mensili stabiliti dal decreto che entrerà in vigore a partire da gennaio 2022.
Il decreto attuativo del Family act è pronto per il Consiglio dei Ministri. Due Ministeri ci hanno lavorato in particolare: quello per la Famiglia, guidato da Elena Bonetti, e quello dell’Economia. Il provvedimento entrerà in vigore a partire dall’1 gennaio 2022 e introdurrà l’assegno universale unico per i figli. Lo schema base prevede un assegno mensile fino a 180 euro per ogni figlio minorenne, con un aumento da 80-90 euro dal terzo figlio in poi. La cifra piena verrà percepita dalle famiglie con l’Isee più basso, la soglia è di circa 9mila euro. Comunque in base al reddito verrà percepita una somma di almeno 40-50 euro al mese.
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Assegno unico universale, i beneficiari
I fondi stanziati per sostenere il nuovo assegno universale costerà allo Stato circa 20 miliardi di euro all’anno. A questi si aggiungono 6 miliardi destinati alle detrazioni Irpef per i figli a carico e altri 5 miliardi per sostenere l’emissione degli assegni al nucleo familiare, sempre legati alla presenza di figli, erogati dall’Inps. Il nuovo assegno unico universale vuole essere innanzitutto un incentivo a sostegno delle famiglie. Verranno erogate somme aggiuntive anche per le madri fino a 21 anni o per disabili. Tra i beneficiari ci saranno anche gli immigrati con permesso di soggiorno. Questi devono possedere un permesso di almeno 12 mesi, ma la proposta del decreto prevede un dimezzamento della soglia a 6 mesi.
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Previsto anche un aiuto anche per i figli fra 18 e 21 anni che rimangono a carico del nucleo familiare. Il requisito richiesto è che questi giovani siano inseriti in percorsi di formazione, di avviamento al lavoro o nelle liste di collocamento. Per quanto i figli disabili l’aiuto proseguirà anche oltre i 21 anni di età, deve essere ovviamente un “familiare a carico”. Coloro che percepiscono anche il reddito di cittadinanza percepiranno delle somme ma scorporate dalla quota di reddito collegata alla presenza di figli, questo per evitare infatti il doppio sostegno per la stessa condizione.
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