Siamo ufficialmente nel periodo delle castagne, un lasso di tempo nel quale si verifica una maggiore perdita di capelli per uomini e donne: scopriamo perché.
Siamo oramai in autunno: siamo entrati nel periodo delle castagne e di conseguenza della perdita dei capelli. Proprio questo disagio colpisce con la stessa intensità sia gli uomini che le donne. Si potrebbe arrivare a perdere fino a 100 capelli al giorno, ma è un fenomeno naturale da ricondurre al ciclo vitale di un capello. In merito a questo problema è intervenuto il dottore Maurizio Nudo, Servizio di Dermatologia di Humanitas Castelli Bergamo e di Humanitas Medical Care di Trezzo sull’Adda. Stando a quanto riferisce l’esperto si tratta di un fatto ciclico per questo motivo non bisogna preoccuparsi.
La prima parte, quella della crescita, può durare anche fino a 7 anni ed è chiamata ‘anagen‘. La seconda fase è chiamata ‘catagen‘ in cui il capello non cresce più ed ha una durata breve di solo un paio di settimane. Il terzo periodo, invece, si chiama ‘telogen‘ ed è una fase di riposo in cui il follicolo pilifero viene del tutto disattivato. In questo frangente il capello si trova ancora all’interno dello stesso follicolo, ma al termine di questa fase, riprenderà la crescita del nuovo capello, che spingerà via dal follicolo il vecchio decretandone la caduta. Proprio in autunno, i nostri capelli si troveranno in questa terza fase.
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Il dottor Maurizio Nudo ha comunque raccomandato di consultare un dermatologo. Sarà necessaria una valutazione di un esperto per comprendere lo stato organico della persona. Cercare delle soluzioni casalinghe o scappatoie potrebbe non fanno altro che peggiorare un eventuale perdita dei capelli. Il problema può essere approfondito svolgendo le analisi del sangue, la sideremia, la transferrina e la ferrina.
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Sarà anche importante valutare se la persona ha una carenza di Vitamina D, che spesso determina la perdita di capelli. In più, il controllo può convergere anche sulla ricerca di eventuali malattie legate alla tiroide, o malattie autoimmuni sempre dovute alla tiroide. Una volta conclusi gli esami sarà lo stesso dermatologo a determinare gli esiti. In caso di valori sballati, bisognerà intervenire sulle eventuali patologie esistenti, con il paziente che dovrà essere indirizzato verso i vari specialisti. Si potrebbe procedere con terapie che prevedono l’utilizzo di integratori o di emulsioni per rafforzare il cuoio capelluto.
Un’altra soluzione potrebbe essere la cosiddetta biostimolazione del cuoio capelluto. Questa terapia consiste nell’esecuzione di piccole punture di acido ialuronico, vitamine e minerali. L’operazione viene compiuta con degli aghi molto piccoli ed ha come obiettivo quello di rinvigorire il cuoio capelluto. Così il capello assumerà un aspetto più spesso, che determinerà un aumento del volume totale della capigliatura.
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