Il pm ha chiesto due secoli di pena per gli affiliati al clan Senese. Gli esponenti della Camorra erano guidati dal boss Michele O’Pazz.
Al processo ‘Affari di Famiglia‘, il pubblico ministero ha chiesto duecento anni di carcere per tutti gli affiliati del clan Senese. Infatti il magistrato ha chiesto la condanna di tutti i 26 imputati. Le accuse sono di estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego di proventi illeciti.
Inoltre sempre il pubblico ministero ha chiesto anche l’aggravante per metodo mafioso. Mentre per il boss Michele Senese sono stati 18 gli anni di reclusione richiesti. L’uomo era conosciuto anche come Michele O’Pazz ed era un uomo di fiducia di Angelo Moccia. Senese è originario di Afragola e venne inviato a Roma dalla Nuova Famiglia per coltivare gli affari illeciti. Andiamo quindi a vedere le pene per gli altri affiliati al Clan Senese.
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Camorra, chiesti 18 anni a Michele ‘O’pazz’ Senese: le pene per gli affiliati
Durante il processo ‘Affari in famiglia‘ il pubblico ministero non ha solamente chiesto 18 anni di pena per Michele Senese. Infatti per il figlio Vincenzo Senese il magistrato ha chiesto ben 17 anni. Mentre per il fratello Angelo e per la moglie Raffaella Gaglione sono otto gli anni di pena richiesti. Inoltre il processo si sta chiudendo con la modalità del rito abbreviato, questa formula prevede lo sconto di un terzo della pena. Al termine dell’indagine è emerso che Michele Senese ha continuato a dettare ordini dal carcere, scambiando i pizzini con i propri familiari durante i colloqui.
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Inoltre questi pizzini venivano scambiati specialmente con la moglie Raffaella ed il figlio Vincenzo. Uno degli arrestati, in un’intercettazione telefonica, parlando di Michele ha affermato: “Cioè, qui stiamo parlando de… che è il capo di Roma! No il capo di Roma, il capo. il boss della camorra romana! Comanda tutto lui!“. Questa intercettazione è stata fondamentale per le pene imposte dal pm agli esponenti del clan della Camorra.