Xiaomi, il ministro annuncia: “Non sono sicuri, liberatevene”

Il Ministro della Difesa, con una nota ufficiale, ha lanciato pesanti accuse alla multinazionale cinese Xiaomi: i dettagli 

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Attraverso una nota ufficiale il Ministro della Difesa della Lituania ha rivolto pesanti accuse all’azienda Xiaomi. La multinazionale fondata nel 2010, produce cellulari, portatili ed altri dispositivi elettronici. Nel 2014 è diventato il principale produttore di smarthphone in Cina. “Sbarazzarsi degli smartphone Xiaomi, in quanto non sicuri“, ha affermato il Ministro della Difesa della Lituania.

I dispositivi in questione sono stati accusati di avere una capacità integrata di individuare e censurare alcuni termini specifici. Ad esempio quelli relativi alla libertà del Tibet, all’indipendenza di Taiwan o alla democrazia. Il meccanismo affermano le autorità, è disattivo per default negli smartphone venduti in Europa. Tuttavia potrebbe essere attivato da remoto in qualsiasi momento.

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Xiaomi, la replica della multinazionale cinese

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L’azienda cinese ha subito replicato agli addebiti: “Siamo a conoscenza del rapporto “Cybersecurity assessment of 5G-enabled mobile devices, recentemente pubblicato dalla Cybersecurity and Information Authority of Lithuania (NCSC). Abbiamo preso molto seriamente le illazioni contenute nel suddetto rapporto”. Benché dissentiamo sulla natura di alcuni risultati, intendiamo avvalerci di un ente terzo indipendente per esaminare i punti sollevati nel rapporto. Siamo assolutamente certi dell’integrità dei nostri dispositivi e delle norme di conformità che regolano il nostro business. Pertanto riteniamo necessario il coinvolgimento di una società esterna competente in materia per effettuare le opportune verifiche a beneficio dei nostri Partner e dei nostri Clienti”. Queste è la nota diffusa attraverso un portavoce di Xiaomi.

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Sulla presunta censura, l’azienda cinese ha evidenzia l’uso di un software di gestione, che è in grado di gestire le pubblicità a pagamento e quelle push. Si tratta di un programma usato frequentemente in tutto il mondo per tutelare gli utenti da contenuti offensivi, che potrebbero risultare oltraggiosi. Per quanto riguarda invece il trattamento e trasferimento dei dati Xiaomi, ha fatto sapere, di conformarsi a tutti i requisiti di GDPR.

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