Nino D’Angelo spiega i motivi del suo addio a Napoli. Da trent’anni il cantante non risiede più nel territorio campano.
Nino D’Angelo torna a parlare della sua vita in una lunga intervista al Corriere della Sera. L’artista napoletano ripercorre uno dei momenti più delicati: l’addio forzato a Napoli e alla sua terra, dove è cresciuto. Un gesto che è stato interpretato da molti come un tradimento, al quale il 64enne fornisce oggi una spiegazione.
“Sono andato via perché qualcuno sparò due volte alla mia casa. Il secondo proiettile entrò nella stanza dove dormiva mio figlio Vincenzo. Era la camorra, volevano i soldi. Mi minacciavano. Vedevano un uomo che aveva fatto successo. Scappai in un giorno e mi dispiace, perché a Napoli devo tutto. Mi adorano perché sanno che ce l’ho fatta da solo“.
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Nino D’Angelo, la dedica a San Pietro a Patierno
Ma il territorio napoletano regala anche grandi soddisfazioni all’artista. Come è avvenuto a San Pietro a Patierno, zona dove è cresciuto e dove sorge un murales a lui dedicato. Qualche mese fa il cantante era lì e descrive con queste parole la sua gioia: “Mi è sembrata una cosa troppo grande. Mi sono detto: ‘Ma davvero lo hanno fatto per me?’ “.
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L’opera è stata realizzata da Jorit grazie ai contributi dei cittadini. L’artista poi ripercorre le tappe del suo successo: “Nu jeans e na’ maglietta’ vende un milione di copie, l’originale. Se sommiamo invece anche quelle contraffatte, arriviamo a ben cinque milioni. Ero riuscito ad indovinare un filone nuovo. Prima Mario Merola diceva che ero il suo erede nella sceneggiata ma non gradivo essere il numero due. E poi le sceneggiate parlavano di malavita, guappi e questo non mi piaceva. Ho voluto parlare d’amore ai ragazzi. Solo che i critici non sapevano dove mettermi. Quando sono sorti i neomelodici, mi hanno fatto diventare tale, solo che io avevo alle spalle già 15 anni di successo“.