Napoli, l’appello disperato della mamma di Samuele alla stampa e alle reti televisive: “Basta foto di mio figlio”.
Samuele è il bambino di soli 3 anni morto venerdì 17 settembre precipitando dal terzo piano della sua casa situata al centro di Napoli, in via Foria. Inizialmente gli stessi inquirenti pensavano si trattasse di un incidente: il bimbo si sarebbe arrampicato sul balcone per poi perdere l’equilibrio e cadere. Nel corso della giornata di ieri, sabato 18 settembre, le indagini hanno messo in luce la possibilità che possa essere accaduto qualcosa di diverso e si è fatta strada l’ipotesi di omicidio. È stato arrestato un uomo di 38 anni, Mariano Cannio, indagato per l’omicidio volontario del bambino. L’uomo, incensurato, fa il collaboratore domestico ed è conosciuto in tutto il quartiere. Nonostante per Cannio siano documentati gravi problemi psichici, il 38enne ha respinto tutte le accuse.
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Napoli, l’appello della mamma di Samuele
La morte del piccolo Samuele è avvolta in un alone di mistero. Proprio nel corso di queste ore sta facendo il giro del web un video pubblicato su Tik Tok nel quale il bambino dice delle frasi inquietanti che gettano ombre sulla sua morte. “Io ti butto giù”, queste le parole che escono dalla bocca del bambino. Ovviamente, gli inquirenti stanno indagando proprio sull’origine di questo video e ci si domanda da chi possa aver sentito questa frase il piccolo.
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Intanto in via Foria continua a crescere il numero di fiori, candele e piccoli pupazzi di peluche lasciati proprio nel punto in cui è precipitato il piccolo. Cresce però allo stesso tempo la tensione, c’è anche un cartello che chiede ai “curiosi e giornalisti” di “non fare sciacallaggio”. Un ammonimento che non riguarda solo la stampa ma anche i social media, dove è circolato il video di Samuele. Carmela, la mamma del piccolo ha lanciato anche un appello alla stampa e alle tv: “Per piacere non pubblicate più fotografie di mio figlio, né video“. La mamma del piccolo morto tragicamente ha chiesto “pietà” per suo figlio invitando gli organi di informazione a non pubblicare più sue foto.
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