Il Ministero della Salute ha ritirato dal mercato un integratore per la presenza di tracce di ossido di etilene: sei i lotti ritirati
Il ministero della Salute ha ritirato dal mercato sei lotti dell’integratore alimentare Emacrit in bustine per la presenza di ossido di etilene nel prodotto finito. Già in precedenza cinque lotti erano stati richiamati per la stessa ragione alla fine del mese di luglio 2021. In quella occasione la presenza della sostanza era stata segnalata anche dai supermercati Coop.
L’integratore alimentare richiamato è prodotto, per Pharma Line Srl, dall’azienda Sigmar Italia (Fareva Group) nello stabilimento di via Sombreno 11, ad Almè, in provincia di Bergamo. A scopo precauzionale, si esorta a non consumare l’integratore alimentare con i numeri di lotto e i termini minimi di conservazione segnalati e restituirli al punto vendita d’acquisto.
Le confezioni in questione sono quelle da 120 grammi, con i seguenti numeri di lotto: SG19010, SG19011, SG19012 E SG19013, con termine di conservazione del 31 ottobre 2021. E i lotti: SG20021 E SG20002, con termine minimo di conservazione del 28 febbraio 2022. L’Emacrit è un integratore contenente ferro saccarato, acido folico e vitamine C, B6, B12. Il ferro, associato all’acido folico e le vitamine B6 e B12, consente la normale formazione dei globuli rossi e contribuisce a contrastare la stanchezza e la fatica.
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L’ossido di etilene è un gas disinfettante, in Europa è vietato, ma in altri Paesi no. Questo è il motivo per cui ce lo ritroviamo in burger vegetali, sughi pronti, yogurt e gelati. Gli alimenti che maggiormente rischiano di contenere la sostanza in questione sono: i semi di sesamo, i gelati, tantissimi alimenti a base vegetale, yogurt, sughi e piatti pronti, zenzero, peperoncino e altre spezie e prodotti senza glutine e integratori.
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Tutti questi prodotti infatti provengono molto spesso dall’India, ma anche da Turchia, Cina, Paraguay e Argentina, in cui l’utilizzo di ossido di etilene negli alimenti non è vietato. Il gas può causare manifestazioni irritative e allergiche, effetti neurotossici ed emolitici. È classificata come sostanza con “sufficiente evidenza” di cancerogenicità per l’animale e “limitata” per l’uomo dall’ International Agency for Research on Cancer.
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