Il Tribunale Amministrativo Regionale interviene sulla vicenda Ugo Russo. I giudici danno ragione al Comune di Napoli.
Non è ancora iniziato il processo della morte di Ugo Russo, tuttavia le vicende legate alla morte del giovane rapinatore continuano a tenere banco. In particolare è il murale nel centro storico della città che ha messo contro l’amministrazione comunale ed il comitato “Verità e Giustizia per Ugo Russo“.
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Da un lato si polemizzava sulla presenza del murale nei Quartieri Spagnoli. Dall’altra parte si rivendicava la legittimità dell’atto, dovuta ad una volontà di giustizia e di verità sulla tragica vicenda. Le cose però sono andate diversamente, con i giudici che hanno dato il via libera alla demolizione.
Ugo Russo, la decisione del TAR
Il TAR ha considerato l’atto come una modificazione fisica dell’immobile, confermando quindi la versione del Comune. Smontando quindi la decisione della Soprintendenza, che invece la definiva un’opera decorativa. Un provvedimento che non lascia felici i membri del comitato. “È una sentenza pesantemente condizionata dal clima politico che si respira in città. Nei fatti l’iniziativa del comune è una censura politica, travestita di cavilli che evitano di entrare nel merito della Costituzione“.
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Di giudizio opposto invece la posizione del consigliere regionale Borrelli: “Adesso ci aspettiamo che venga rapidamente cancellato l’omaggio al baby rapinatore. La famiglia potrà ricordare il ragazzo in privato e nella propria abitazione. Non di certo imporre al quartiere e alla città un modello di vita sbagliato e criminale finito purtroppo in modo tragico. Gli omaggi vanno fatti agli eroi napoletani e alle vittime della criminalità e non a questi soggetti“. Il giovane rapinatore aveva provato nel 2020 a rapinare una coppia nel quartiere di Santa Lucia. Il ragazzo però non aveva considerato di imbattersi in un carabiniere che, davanti al tentativo di rapina, ha aperto il fuoco uccidendolo. Al momento le dinamiche sono ancora da chiarire.
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