Torre Annunziata, non si ferma la violenza: il presidio Libera lancia l’SOS alle istituzioni. Don Ciro Cozzolino fa un appello.
Ancora violenza a Torre Annunziata, ancora raid e agguati della camorra. Lunedì un netturbino della ditta Prima Vera è stato colpito con una pistola ad aria compressa durante l’orario di lavoro. Ha avuto una prognosi di 7 giorni. Solo pochi giorni prima c’era stata una vittima: la trans Sara Lopez colpita allo stesso da un gruppo di ragazzi. Torre Annunziata non ce la fa più. Don Ciro Cozzolino, il referente del presidio di Libera a Torre Annunziata ha detto: “Il quotidiano susseguirsi di fatti criminali – drammatici e devastanti – che si svolgono nelle strade ci mostrano una città ormai allo stremo della tenuta sociale, dove la sicurezza e la vivibilità è particolarmente precaria“. Ha continuato: “Quanto sta accadendo non lascia più alibi alle responsabilità delle istituzioni (amministrazione comunale per prima) ma anche di noi cittadini”.
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Torre Annunziata, le parole di Don Ciro Cozzolino
Le parole di Don Ciro Cozzolino non si riferiscono solo alle recenti “stese” verificatesi in città, ma anche a episodi drammatici come l’uccisione di Mario Cerrato che aveva difeso la figlia da un parcheggiatore abusivo. Il prete, che come detto è anche il referente del presidio di Libera di Torre Annunziata, ha poi detto: “Questa insostenibile realtà chiede a noi comunità una sola cosa: lasciare il buonismo dell’indifferenza per far posto alla determinazione di costruire una ‘nuova Torre Annunziata’, fondandola su valori di giustizia e legalità per la cura appassionata e competente del bene comune”
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Queste parole sono state pronunciate il giorno del 37esimo anniversario della “strage di Sant’Alessandro”. Il 26 agosto 1984 un gruppo di sicari aprì il fuoco presso un circolo di pescatori a Torre Annunziata che era frequentato anche da alcuni esponenti del clan Gionta. Nell’agguato persero la vita 8 persone e 7 furono ferite. Don Ciro ha concluso dicendo: “Siamo consapevoli che da soli non potremo far nulla per trasformare l’agonia in speranza. Da qui il nostro accorato appello – ad ognuno e alle forze sociali – ad uscire da se stessi, dalle proprie sicurezze e da ogni forma di corporativismo per la difesa di privilegi. Camminare e agire insieme è necessario alla vita della città e dei cittadini! Noi ci siamo“.
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