L’arte contemporanea piange la scomparsa di Marisa Albanese, artista napoletana che lavorava proprio alle pendici del Vesuvio.
Lutto nel mondo dell’arte contemporanea, che piange la scomparsa di Marisa Albanese, artista napoletana nota nell’ambiente. Infatti Marisa lavorava nella sua Napoli dopo essere riuscita a conseguire il diploma all’Accademia di Belle Arti del capoluogo campano. Nel corso della sua carriera accademica, inoltre, era riuscita a laurearsi in Lettere Moderne.
POTREBBE INTERESSARTI >>> Circumvesuviana, si stende sulle rotaie: il treno in corsa lo lascia illeso
Entrata nel mondo del lavoro, Albanese si era dedicata anche a dei corsi di didattica sperimentale. Negli ultimi anni si era contraddistinta per il suo impegno nel sociale, realizzando progetti e workshop con gruppi di ragazzi che vivono in aree a rischio. Andiamo quindi a vedere i temi principali che trattava l’artista napoletana.
Marisa Albanese, addio all’artista napoletana: opere e temi trattati
Sono diversi i temi che trattava Marisa Albanese nelle sue opere. Infatti l’artista si trovava a suo agio nel parlare di stratificazione, dislocazione dello sguardo, ma anche trattando temi come i flussi di energia, gli spostamenti degli uomini e il movimento delle idee su geografie. Proprio il movimento di queste idee li definiva non solo fisici, ma anche interiori. Inoltre Albanese si è anche impegnata in temi come immigrazione e sulle domande e le tensioni che la presenza dell’altro produce nella nostra cultura e società.
POTREBBE INTERESSARTI >>> Ischia, i carabinieri sequestrano discoteca abusiva: festa con 200 persone
Sono tante anche le mostre personali organizzate dalla Albanese. Tra queste ricordiamo il KORAI al Dina Caròla Arte Contemporanea. Mentre invece tra le mostre collettive a cui ha partecipato troviamo Dis-identico, Maschile Femminile & Altro(Palermo); Weimar in Eruzione – Die Ende Bebt, Stadt Museum, Weimar; Castelli in Aria, Castel Sant’Elmo, Napoli; Traslakje 99, Piotrokow Tribunalsky, Polonia. Infine la mostra più recente a cui ha partecipato fu organizzata al Museo di Capodimonte e prese il nome di ‘Spyholes‘, una retrospettiva organizzata da Achille Bonito Oliva.