Pompei, l’ultima scoperta: la tomba unica di Marcus Venerius Secundio

Pompei, l’ultima scoperta riporta alla luce una tomba unica nel suo genere. Marcus Venerius Secundio è l’uomo semi mummificato all’interno.

Pompei
Pompei Scavi (Getty images)

L’ultima scoperta di Pompei riporta alla luce una tomba a recinto, che presenta una facciata decorata da piante verdi su sfondo blu. Al suo interno c’è una camera per l’inumazione, una particolarità considerato che in questo periodo nella città romana i corpi degli adulti venivano sempre incenerati. L’iscrizione funeraria in marmo dà per la prima volta conferma che nei teatri di Pompei – almeno negli ultimi decenni prima dell’eruzione del 79 d.C – si recitava anche in lingua greca. Essa fa infatti riferimento ai ludi greci e latini organizzati per quattro giorni dal defunto, quando ancora in vita. L’organizzazione di giochi e spettacoli era una manifestazione forte del proprio potere economico. La campagna di scavi è stata condotta dal Parco Archeologico di Pompei in collaborazione con l’Università Europea di Valencia.

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Pompei, chi era Marcus Venerius Secundio

Pompei
(Foto: Pixabay)

Il defunto all’interno della tomba presenta condizioni di conservazione decisamente favorevoli per gli studi. Il cadavere è in parte mummificato, la testa ricoperta di capelli bianchi, un orecchio parzialmente conservato, così come piccole porzioni del tessuto che lo avvolgeva. La tomba è subito all’esterno di Porta Sarno, uno degli importanti varchi di accesso alla città. La datazione riporta agli ultimi decenni di vita di Pompei prima dell’eruzione del Vesuvio, l’iscrizione in marmo ci dà interessanti e abbondanti informazioni anche sul proprietario di questa tomba.

Marcus Venerius Secundio era un liberto (uno schiavo liberato), che in vita era stato prima il custode del Tempio di Venere, poi minister degli augustali e infine anche Augustale, membro di un collegio di sacerdoti del culto imperiale. L’ex schiavo era riuscito a raggiungere una buona posizione economica, sufficiente per permettersi una tomba di livello in un luogo di assoluto prestigio com’era ai tempi la colonia romana. L’organizzazione dei ludi – come detto – era motivo di vanto, ad assimilarlo alla classe sociale più elevata.

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Di più sulla tomba scoperta

Il liberto ritrovato nella tomba di Porta Sarno è morto in età avanzata. Ormai anziano, secondo i primi esami sul corpo, Marcus Venerius Secundio doveva avere intorno ai 60 anni al momento del decesso. Non ha mai svolto lavori pesanti, in quanto ex schiavo ‘pubblico’ aveva svolto lavori di custodia o amministrativi. Nel recinto della tomba – prosegue nel suo resoconto l’agenzia Ansa – sono state ritrovate, alle spalle della cella sigillata in cui era stato riposto Secundio, due urne, una delle quali in vetro appartiene ad una donna chiamata Novia Amabilis, forse la moglie del defunto. Questo della cremazione era un rito più propriamente pompeiano, aspetto che aumenta il mistero della particolare forma di sepoltura adottata per il liberto. Il suo cadavere, infatti, potrebbe aver subito una parziale mummificazione sia per la perfetta chiusura della camera sepolcrale, ma anche per una pratica di imbalsamazione.

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