La Cassazione, in una recente sentenza, ha stabilito alcune ipotesi nelle quali il consenso della donna al rapporto sessuale viene meno: i dettagli.
La Cassazione con la sentenza n. 26854 del 2021 ha stabilito che durante un rapporto sessuale non conta che la donna abbia dato il proprio iniziale consenso iniziale. Anche nell’ipotesi di assunzione reciproca di cocaina, se a un certo punto la donna dice basta e l’uomo continua violentemente provocando lesioni.
La Corte di Appello riforma in parte la sentenza di primo grado e condanna l’imputato a cinque anni di reclusione, per i reati di percosse, lesioni e violenza sessuale in continuazione con altri reati.
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Rapporto sessuale, la decisione della Cassazione
Contro la decisione del giudice di secondo grado, l’imputato fa ricorso in Cassazione, la quale rigetta il ricorso e da rilevanza ad alcuni elementi: la presenza di lesioni causate dal rapporto sessuale e i messaggi che la vittima ha scambiato con una sua amica, nei quali racconta la violenza subita dall’uomo durante il rapporto sessuale.
Inoltre, l’imputato non ha mai parlato di un precedente accordo concordato con la donna nella quale lei dava il suo consenso ad un barbaro amplesso.
La Corte di Appello ha ritenuto, secondo la Cassazione, in modo legittimo che l’assunzione di cocaina invocata dall’imputato come causa della mancata percezione del rifiuto della vittima non conti come tesi difensiva, anche perché le violenze sono evidenti e provate.
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Inoltre, il giudice di secondo grado, non ha quindi compiuto nessun errore di motivazione. Ribadendo il clima di violenza, il dissenso della vittima alla prosecuzione del rapporto sessuale e la trascurabilità dell’abbigliamento e del trucco della ragazza, legati al suo lavoro di ragazza immagine.
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