Augusto Daolio, com’è morto il fondatore e cantante dei Nomadi

Augusto Daolio, cofondatore dei Nomadi, è stato uno degli artisti più apprezzati nel panorama musicale italiano.

Augusto Daolio
Il cantante è stato uno dei simboli dei Nomadi (via web)

Augusto Daolio è stato il cantante e fondatore del noto gruppo “Nomadi“. Nato a Novellara il 18 febbraio del 1947, fonda nel 1963 il noto gruppo italiano. Il successo arriva nel 1972, quando “Io Vagabondo” riuscì a vendere un milione di copie e diventare un classico della canzone italiana.

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L’artista rimarrà alla guida del gruppo per altri vent’anni. Nel 1992, malato da tempo, viene colpito da un grave lutto: il suo collaboratore ed amico Dante Pergreffi muore in un incidente stradale. Da lì in poi le sue condizioni peggioreranno, fino a portarlo alla morte per un cancro ai polmoni il 7 ottobre dello stesso anno.

Augusto Daolio, il successo senza tempo dei Nomadi

Augusto Daolio
Il cantante all’inizio della carriera (Foto Wikipedia)

Senza dubbio Daolio ha legato il suo nome in modo indissolubile ai Nomadi. Il gruppo italiano può vantare ben 15 milioni di dischi venduti, piazzandosi alle spalle dei Pooh e dei Ricchi e Poveri. Il messaggio del gruppo era incentrato sull’impegno sociale e sul tema dell’amore, ricorrente in molti brani. Negli anni i testi cominciano ad assumere sempre più un impronta politica. I loro temi partono dalla protesta politica, tipica del ’68, fino ad arrivare ad una riflessione sull’uomo e sulla natura nella quale è immerso.

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Il cantante è noto anche per la sua capacità di coinvolgere il pubblico e di collaborare con grandi artisti, tra i quali spicca Francesco Guccini. Questa sera gli appassionati potranno riascoltare le canzoni nel noto programma della Rai Techetecheté, in onda su Rai 1. Ai Nomadi infatti è dedicata la puntata di questa sera, nella quale saranno riproposti i successi del gruppo e le immagini custodite dall’emittente pubblica. Continua quindi l’opera di preservare e custodire le memorie musicali e cinematografiche del paese da parte dell’emittente pubblica, la quale può vantare un immenso archivio di immagini, musiche e filmati più o meno recenti.

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