Sponsor sulle maglie, dall’estate del 1981 sono un elemento essenziale per le economie dei club: da allora sono cambiate tante cose
Cento centimetri quadrati che all’interno possono contenere moltissimi soldi, prima centinaia di milioni di lire, poi milioni di euro. Uno spazio così piccolo quanto importante nelle società sportive in particolare per quelle di calcio che esattamente quarant’anni da, nell’estate nel 1981, furono protagoniste di una vera e propria rivoluzione: lo sponsor sulle maglie.
Una manna dal cielo per i presidenti che prima investivano tantissimi soldi delle proprie famiglie e delle aziende madri a loro collegate. Ma i fondi privati di un proprietario di club, insieme agli incassi ai botteghini (altro elemento essenziale quest’ultimo) continuarono ad essere i capisaldi delle casse societarie fino all’avvento dei diritti televisivi. Ma quello che successe nel 1981 segnerà per sempre il mondo del calcio.
Un sollievo per i presidenti, un segno distintivo per le maglie e i tifosi. Chi non lega il ricordo di un’annata particolare a al nome di una determinata azienda sfoggiata sulla divisa? Un fattore importante anche per i collezionisti, ma quelli furono solo i primi sponsor.
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Sponsor sulle maglie lancio per il mercato delle divise
Negli anni è stato consentito avere sulle divise anche il marchio di altre aziende. Oltre al quello “main” le magliette sono diventate delle vetrine: insieme allo spazio principale tra petto e pancia (ma anche entrami) è stato sfruttata anche l’area sulla spalla oppure il retro, sotto al numero.
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Nel corso degli anni questo mercato ovviamente ne ha fatto fiorire un altro ancora, quello delle divise stesse che ha spiccato il volo dal 1994, quando i numeri sulla schiena sono diventati personalizzati con i cognomi dei calciatori a ognuno di esso. E così alcuni marchi vengono associati a delle vittorie: i tifosi del Napoli ricordano Mars e Buitoni come le scritte degli scudetti. Oppure la Barilla per i tifosi della “Magica” perché al primo anno con gli sponsor, nella stagione 1981-1982, lo scudetto lo vinse la Roma con il marchio della pasta scritto in petto.
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