Covid, il 99% dei morti non era vaccinato: i numeri che spaventano

Covid, secondo un report pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, il 99% dei morti non era vaccinato: i numeri che spaventano.

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Nelle scorse ore l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato un report circa i contagi e le morti causate dal Coronavirus. Da quello che si legge, secondo lo studio effettuato, ben 99 morti per Covid-19 su 100 dallo scorso febbraio non avevano terminato il ciclo vaccinale. Per quanto riguarda i morti che invece avevano ricevuto entrambi le dosi si riscontra invece un’età media più alta e un numero di patologie pregresse maggiori rispetto alla media.

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I numeri sono chiari: fino al 21 luglio sono 423 i decessi per Covid-19 in vaccinati con ciclo completo. Morti che rappresentano solo l’1,2% di tutti i decessi avvenuti a causa del Coronavirus dallo scorso 1 febbraio. L’1 febbraio rappresenta una data indicativa perché corrisponde alle 5 settimane necessarie per il completamento del ciclo vaccinale a partire dall’inizio della campagna di immunizzazione.

Covid, i numeri dei decessi

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(Via Screenshot)

L’analisi ha preso in considerazione un campione di 70 cartelle cliniche dei 423 decessi avvenuti fino al 21 luglio 2021 in vaccinati con ciclo vaccinale completo. Rispetto alla totalità dei decessi, i deceduti con ciclo vaccinale completo hanno un’età media piuttosto elevata: dagli 80 ai 90 anni. Inoltre questo campione di età maggiore presentava un numero di patologie pari a 5,0 e dunque più elevato rispetto alle morti della popolazione generale. Il Covid, oltre a causare insufficienza respiratoria acuta ha comportato anche un peggioramento delle infezioni pregresse.

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Da quello che si legge nel report pubblicato: “I risultati qui presentati possono avere due possibili spiegazioni. In primis, i pazienti molto anziani e con numerose patologie possono avere una ridotta risposta immunitaria e pertanto sono suscettibili all’infezione da Sars-CoV-2 e alle sue complicanze pur essendo stati vaccinati. In secundis, questo risultato può essere spiegato dal fatto che è stata data priorità per la vaccinazione alle persone più anziane e vulnerabili e che quindi questa rappresenta la popolazione con maggiore prevalenza di vaccinazione a ciclo completo alla data in cui è stata eseguita questa valutazione”.

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