Vaticano, via al maxi processo su 10 indagati a partire da domani: truffa e corruzione all’interno della Santa Sede.
Domani inizierà alle 9.30 in Vaticano il processo per lo scandalo finanziario legato all’investimento del palazzo londinese di Sloane Avenue. Sotto accusa ci sono vari finanzieri, funzionari della Santa Sede e alti prelati, tra cui Giovanni Angelo Becciu. L’ex sostituto alla Segreteria di Stato è stato licenziato dal Papa e privato di tutti i suoi privilegi legati al cardinalato. Becciu sarà inoltre il primo cardinale ad essere giudicato anche nelle cause penali.
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Le accuse nei confronti dei 10 imputati sono truffa, riciclaggio, peculato, corruzione. Il processo nasce dall’uso spregiudicato dei fondi della Segreteria di Stato. I magistrati del Papa hanno parlato di “marcio sistema predatorio e lucrativo“ ad opera di persone “improbabili se non improponibili” che hanno attinto alle risorse della Santa Sede grazie anche a “complicità e connivenze interne“. Oggetto d’indagine saranno i 10 anni di gestione segreta delle finanze del Vaticano.
Oggetto dell’indagine pubblica saranno le scelte finanziarie e vari investimenti di consulenti e banker da parte della Segreteria di Stato. L’aspetto fondamentale su cui si dovrà far luce riguarda i fondi della Segreteria di Stato di oltre 600 milioni di euro e che derivano dalle offerte dei fedeli al Papa: l’Obolo di San Pietro. Raccolte che avvengono il 29 giugno di ogni anno nelle chiese di tutto il mondo. Da quella cospicua entrata i papi attingono per compensare le perdite del Vaticano. Di quella somma solo il 10% viene usato dai pontefici per la carità, i soldi sono usati per sostenere prevalentemente le spese della Curia Romana.
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Nell’ultimo decennio le offerte all’Obolo sono calate costantemente: dai 68 milioni del 2014 ai 44 milioni del 2020. Si dovrà indagare sul caso del palazzo di Sloane Avenue a Londra, edificio costato circa 350 milioni secondo i magistrati. Il Vaticano avrebbe dunque perso tra i 73 e 166 milioni. Una gravissima perdita di cui la gestione non ha mai parlato e su cui dovrà far luce. Il processo prenderà avvio dalle denunce presentate dallo Ior nel luglio 2019 e dall’Ufficio del Revisore Generale nell’agosto dell’anno successivo. Dalle denunce emergevano dei dubbi su come la Segreteria di Stato avesse impiegato i soldi del Papa destinati ai poveri, come quelli dell’Obolo di San Pietro, “in fondi che, a loro volta, investivano in titoli di cui il cliente non era messo a conoscenza nonché in fondi, di dubbia eticità, allocati in Paesi off shore come Guernsey e Jersey, ad alto rischio speculativo“.
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