Ennio Morricone ci lasciava con la sua musica e l’eleganza delle sue note: rifiutò i funerali pubblici “per non disturbare”
“Io, Ennio Morricone sono morto“. Esattamente un anno fa il grande maestro ci lasciò e con una lettera-testamento dove annunciò ‘lui stesso’ la propria morte. Era uno di quei personaggi che per la carriera e il lustro che ha dato all’Italia all’estero avrebbe meritato i funerali di Stato.
Nulla di ciò avvenne. Non per gratitudine ma per “non disturbare”, scrisse nel testamento che il suo avvocato Giorgia Assuma lesse e fece recapitare alla stampa. Il Maestro pensò a tutti prima di andare via, nel testamentò nominò i familiari più cari e ovviamente il più “doloroso addio” fu per la moglie Maria.
Il saluto a lei fu per ultimo “ma non ultima” e “un ricordo particolare è per Peppuccio e Roberta, amici fraterni molto presenti in questi ultimi anni”. E quel Peppuccio, nominato in modo così informale quanto affettivo, è il regista Giuseppe Tornatore.
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Ennio Morricone: “La costanza è tutto”
Fu lunga e proficua la collaborazione tra i due, fin dai tempi del capolavoro Nuovo cinema Paradiso del 1988. Quelle scene e quelle musica fatto parte della storia del cinema mondiale. Immagini e note messe insieme che Tornatore e Morricone hanno saputo fare in maniera unica come in Malena e Baarìa.
Ieri pomeriggio se n’è andata la grandissima #RaffaellaCarrà, oggi invece è il primo anniversario della scomparsa dell’immenso Ennio Morricone. 2 Leggende italiane, entrambi portatori di emozioni sane e positività. Vederli insieme in questo video è bellissimo. ❤ #EnnioMorricone pic.twitter.com/ecxBwQKESi
— ♡ 𝓢𝓮𝓻𝓮𝓷𝓪 ツ (@CockeyesSong) July 6, 2021
Per gli amici si faceva in quatto, disse l’avvocato che leggendo il testamento commentò che quella era “la sua anima”: un uomo d’arte al quale non piacevano le grandi cerimonie pubbliche e che probabilmente scrisse quel testamento molto prima dell’incidente.
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Morricone a seguito di una caduta in casa si ruppe il femore e mori in ospedale dove fu ricoverato dopo complicazioni ma continuando ad essere lucido pur se dolorante. Fino alle fine rimase sempre sé stesso e proprio della costanza fece una peculiarità della sua vita. Disse una volta che la costanza “è tutto nell’arte e nell’amore. So che esistono la tenuta, la coerenza, la serietà, la durata”. Sentimenti e modi di fare che l’hanno portata ad essere l’immortale Maestro.