Camorra, sgominate la piazze di spaccio nelle due città. Indagine partita dall’arresto di Salvatore Calabria nel 2015 e dei fiancheggiatori
All’alba di oggi c’è stata una vastissima operazione dei carabinieri ad Acerra ma anche a Pomigliano, Castello di Cisterna, Castel Voltuno, a Benevento e fino a Liscate, nel Milanese.
Sono 17 le misure cautelari (14 in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 2 di obbligo di presentazione presso la p.g.) che hanno colpito esponenti dei clan De Sena. L’indagine è stata condotta in particolare dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna sotto la direzione della D.D.A. a seguito dell’arresto di Salvatore Calabria, uno dei capi dei De Sena catturato a Roma nel marzo 2015 dopo vari anni di latitanza.
I carabinieri sono riusciti a disegnare tutta la rete dei fiancheggiatori che avevano aiutato Calabria nella latitanza. Fondamentali sono state le intercettazioni telefoniche le cui utenze erano intestate a prestanome extracomunitari.
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Camorra, la spaccatura tra le piazze di spaccio
Le intercettazioni non hanno permesso solo di disarticolare la rete di protezione di cui godeva Calabria ma anche l’organizzazione di due grandi piazze di spaccio tra Acerra e Pomigliano. Il responsabile di tale piazza era Salvatore Ferretti che da quanto emerso ne curavo l’organizzazione e i rapporti con i fornitori della droga.
Ciro Affinito, invece, aveva creato una spaccatura organizzando un piazza di spaccio tutta sua ad Acerra e per tale motivo il Ferretti, armato di Kalashnikov, voleva ammazzarlo con il supporto del fratello, senza individuarlo.
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Diversi erano i fornitori di Affinito rispetto a quelli di cui godeva Ferretti, una concorrenza criminale e sleale intollerabile per i sodalizi criminali che ne hanno parlato in modo criptato per telefono ignari che gli investigatori ascoltavano tutto. Un lavoro lungo e minuzioso che ha poi portato all’operazione di questa mattina
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