Nuova operazione dei carabinieri contro la Camorra. Le forze dell’ordine hanno preso tre uomini del clan Terracciano accusati di tentato omicidio.
Operazione dei carabinieri contro la Camorra, dopo il fermo di tre uomini del clan Terracciano. Le forze dell’ordine hanno agito nei territori vesuviani, tra Massa di Somma e San Sebastiano al Vesuvio. Inoltre le tre persone avrebbero tentato di uccidere nel maggio del 2018 Umberto Piscopo, reggente del clan rivale Piscopo-Ponticelli.
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Sono diverse le accuse nei confronti dei tre arrestati, tra cui: tentato omicidio in concorso e porto in luogo pubblico di armi. Ad aggravare la posizione degli arrestati è la finalità mafiosa dell’operazione. Andiamo quindi a vedere l’operazione delle forze dell’ordine nel territorio vesuviano.
Camorra, tre arresti nella notte: colpo al clan Terracciano
#Carabinieri Torre Annunziata e Cercola (NA), su richiesta della D.D.A. partenopea, arrestano 3 esponenti di un gruppo camorristico che, nel 2018, si resero responsabili di un tentato omicidio ai danni di un soggetto di spicco di un clan rivale. #PossiamoAiutarvi pic.twitter.com/zKF3WT7RNX
— Arma dei Carabinieri (@_Carabinieri_) May 26, 2021
L’operazione dei carabinieri è durata quasi tre anni, nel mirino infatti c’erano i responsabili dell’omicidio di Umberto Piscopo, all’epoca il reggente dell’omonimo clan. Una pioggia di proiettili raggiunse il boss davanti il portone di casa, che comunque non riuscirono ad uccidere il capo-clan. Inoltre l’obiettivo dei Terracciano era quello di estendere il loro potere sui territori di Massa di Somma e di San Sebastiano al Vesuvio, considerati feudo della famiglia.
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Tra gli uomini finiti in manette troviamo Antonio Terracciano, 32 anni, componente di spicco del clan, pregiudicato e considerato mandante ed esecutore dell’agguato. Mentre invece gli altri due arrestati sono Antonio Borrelli (40 anni) e Umberto Scognamiglio (50 anni). I due avrebbero rispettivamente fatto da accompagnatore e palo durante il primo agguato. Per compiere le indagini, i carabinieri hanno utilizzato anche intercettazioni telefoniche e ambientali, e dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. Ovviamente il fine del tentato omicidio era a sfondo camorristico, con l’aspirazione del clan di estendere il proprio dominio sul territorio.
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