Denise Pipitone, una nuova segnalazione porta a Scalea: i militari stanno verificando una ragazza 21enne di origine rumena
C’è un nuovo capitolo nella travagliata e lunga storia di Denise Pipitone. Ieri i carabinieri, a seguito di una segnalazione, hanno controllato una ragazza di 21 anni di Scalea, in provincia di Cosenza, che potrebbe essere la bambina scomparsa a Mazaro del Vallo il 1 settembre 2004.
La giovane in questione, di origine rumena, non si è sottratta al controllo effettuato dai militari con i quali ha collaborato fornendo le generalità e rispondendo a tutte le domande. Della novità è stata formalmente messa al corrente la Procura della Repubblica di Marsala che indaga sulla scomparsa della bambina.
I magistrati siciliani faranno poi le loro verifiche e potrebbero eventualmente decidere di comparare il Dna della giovane che vive in Calabria con quello di Denise. Giacomo Frazzitta, l’avvocato di Piera Maggio, la mamma di Denis, al Corriere della Calabria ha confermato che c’era stata una segnalazione basata su una forte somiglianza. Avvertiti i carabinieri, sono cominciati i riscontri.
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Sono ormai diciassette anni quasi che si cerca la bambina. In tutto questo tempo sono state battute varie piste, molte ipotesi, ma ancora nessun lieto fine. Piera Maggio ancora non riesce ad abbracciare di nuovo sua figlia ormai adulta. Gli ultimi mesi il caso di cronaca che sconvolse l’Italia alla fine dell’estate 2004 ha ripreso spazio sui media.
Prima con Olesya Rostova, la ragazza russa che combaciava con la vicenda per tanti aspetti, dai giorni della scomparsa (la Rostova era stata in un campo rom) ai tratti somatici con Piera Maggio. Poi di nuovo Anna Corona, ex moglie del padre biologico della bambina, e di sua figlia Jessica, assolta in tre gradi di giudizio dall’accusa di sequestro di persona.
Ma proprio la casa dove viveva la Corona è entrata nell’attenzione dei carabinieri. Una botola in garage ha avviato una perquisizione: si cercava questa volta il cadavere con lo stupore della mamma che in diretta televisiva disse di aver saputo di questa svolta poco prima del collegamento. Per fortuna nessun corpo è stato trovato e le ricerche continuano e ora si concentrano a Scalea.
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A ciò si aggiungono le dichiarazioni di Maria Angioini, il magistrato che per prima indagò e che affermato che forse ci fu un depistaggio perché gli intercettati sapevano di avere il telefono sotto controllo. La Procura di Marsala ha così riaperto il caso per depistaggio.
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