Covid, domanda per il vaccino orale in compressa avanzata dalla Nextbiomics dell’università: già ci sono aziende farmaceutiche interessate
Un nuovo vaccino contro il Covid-19 ma che si assume per via orale. Una compressa che la Nextbiomics, la società spin-off dell’Università Federico II di Napoli ha chiesto di brevettare. Per combattere la pandemia e bloccare la proteina Spike, quella che il Coronavirus usa per infettare le cellule del corpo, utilizza come vettore il batterio probiotico Escherichia Coli Nissle 1917 e stimolare così il sistema immune intestinale.
Giovanni Sarnelli, docente di Gastroenterologia della Università Federico II e Ceo di Nextbiomics, spiega che la differenza con altri vaccini è nell’utilizzazione di un batterio probiotico “già in commercio e largamente utilizzato” e ovviamente nel metodo che non prevede iniezione per far rispondere il sistema immunitario contro la proteine Spike.
Il docente di Farmacologia presso l’Università La Sapienza Giuseppe Esposito ha spiegato che i dati preclinici hanno dimostrato che c’è risposta immunitaria con la somministrazione per 5 giorni a settimana per un totale di 17 settimane. E in più c’è un particolare molto importante: al momento non sono stati documentati effetti collaterali.
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Covid, dagli Usa via libera per i brevetti
Si attende ora il via libera per il brevetto e ci sono già diverse aziende farmaceutiche interessate alla sperimentazione per immettere nel mercato il nuovo vaccino sotto forma di compressa. I tempi sarebbero comunque lunghi perché le sperimentazioni partirebbero dopo l’ok per il brevetto, ma è comunque un ulteriore passo avanti nella lotta alla pandemia.
Proprio ieri è arrivato l’annuncio del presidente americano Joe Biden che gli Stati Uniti sono pronti a togliere i brevetti dai vaccini. Mario Draghi ha commentato che “I vaccini sono un bene comune globale” e che bisogna “abbattere gli ostacoli che limitano le campagne”.
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Nel frattempo i dati sul contagio in Italia continuano a migliorare ma bisogna comunque tenere alta l’attenzione perché il tasso di positività è salito. Ieri è arrivato a 3,6%, un aumento dello 0,4% rispetto al giorno precedente. Giù il numero delle terapie intensive con meno 60. In calo anche i ricoveri che registrano meno 653.
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