Per Marco Cappato e Mina Welby arriva una sentenza importante nell’ambito del caso Trentini sul suicidio assistito. Che però non risolve le attuali lacune legislative.
La Corte d’Assise d’Appello di Genova conferma le sentenze di assoluzione per Marco Cappato e Mina Welby. I due rivestono, rispettivamente, la carica di tesoriere e co-presidente dell’associazione Luca Coscioni.
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I due furono indagati a seguito della morte di Davide Trentini in Svizzera nel 2017. L’uomo era malato da tempo di sclerosi multipla, ed era andato oltreconfine per usufruire del suicidio assistito, cosa vietata in Italia e sul quale permane un acceso dibattito.
Suicidio assistito, le parole di Cappato dopo la sentenza
Dopo il pronunciamento del giudice, Cappato evidenzia il lungo iter giudiziario per ricostruire la verità. “Quattro anni e nove udienze sono troppi per chi si trova nelle medesime condizioni. Chi è un malato terminale rischia di non avere giustizia”.
Per questo l’avvocata Filomena Gallo, difensore dei due assolti, dichiara di star seguendo da vicino casi simili. “Esistono oggi malati, come Trentini, che soffrono e non possono decidere liberamente sul fine vita. Con la conseguenza di non ricevere aiuto per porre fine alle loro delicate situazioni”.
Chiesta una legge a Parlamento
La situazione però è molto complessa. Come ricorda l’esponente dei Radicali, infatti, già la Corte Costituzionale si era rivolta al Parlamento affinché legiferasse in materia. Un appello però rimasto più volte inascoltato. Come quando nel 2006 Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, preferì non esprimersi sul caso Welby.
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Ma ora le cose potrebbero cambiare. Infatti Gilda Sportiello, capogruppo per il M5S nella Commissione Affari Sociali alla Camera, annuncia la calendarizzazione della legge sul fine vita. Un provvedimento atteso da molti anni da tante persone in Italia e sul quale sicuramente ci sarà un acceso dibattito in Aula. Il prossimo 6 maggio ci sarà l’incontro con la commisione Giustizia, per poi depositare il testo base e avviare una discussione generale su di esso.