Variante indiana, allarme OMS: “Contagio più trasmissibile”

Variante indiana, l’allarme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul rischio contagio. Questa forma di Covid ha maggiore trasmissibilità.

Covid variante inglese Oms
Il punto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Photo by Morris MacMatzen/Getty Images)

Stando ai primi studi dell’Oms, la variante indiana del Covid-19 risulterebbe più trasmissibile rispetto a quelle oramai conosciute in tutto il pianeta. Per questo motivo l’Organizzazione Mondiale di Sanità richiede studi urgenti su quella che oramai è la variante B.1617 del Coronavirus. Il tasso di crescita, infatti, appare elevato. Inoltre, la mutazione del virus è arrivata anche in Italia con due casi in Veneto.

Così i primi studi accennano una maggiore trasmissibilità del virus, con l’Oms che chiede subito studi urgenti e più approfonditi. A preoccupare, infatti, è proprio il grandissimo numero di nuovi casi nel paese indiano, con la variante che presenterebbe ulteriori mutazioni. Però contro la nuova variante di Covid-19 ci sarebbe una notizia che fa ben sperare. Andiamo quindi a vedere perché c’è un pizzico di ottimismo.

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Vaccino Pfizer accordo Ue
La variante potrebbe essere fermata dal vaccino di Pfizer/BionTech (Getty Images)

Al momento però cresce la fiducia intorno al vaccino di Pfizer. Infatti il siero statunitense si è mostrato efficace contro tutte le varianti di Covid conosciute fino ad ora, e potrebbe risultare efficace anche contro la variante inglese. A sottolineare il lieve entusiasmo ci ha pensato proprio Nugur Sahin, fondatore di BionTech che ha affermato: “La variante indiana ha mutazioni che abbiamo già testato e contro le quali il nostro vaccino funziona, quindi, sono fiducioso“.

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C’è quindi fiducia intorno al vaccino di Pfizer/BionTech, anche se ad oggi abbiamo pochi dati riguardanti la variante indiana. Infatti stando ai primi studi potrebbe essere più impattante per l’organismo. I sintomi rilevati sarebbero tosse, raffreddore, mal di testa e mal di gola, febbre, dolori muscolari, diarrea, stanchezza e spossatezza. Con i sintomi più forti rispetto al ceppo originale ed alle varianti, ne risentono anche i tempi di guarigione, che di conseguenza si allungano.

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