Stesa a Barra, i carabinieri individuano quattro giovani ritenuti appartenenti al clan Aprea che sabato hanno colpito una ragazza al piede
Una settimana fa, sabato 17 aprile, una ragazza di 25 anni rimase ferita a un piede mentre passeggiava con il suo fidanzato a Barra, quartiere orientale di Napoli, quando fu raggiunta da un proiettile vacante. Trasportata all’Ospedale del Mare di Ponticelli, fortunatamente non è mai stata in pericolo di vita.
Questa notte i carabinieri hanno arrestato quattro ragazzi, ritenuti responsabili dell’episodio. Sono Giovanni, Vincenzo e Luigi Aprea, rispettivamente di 25, 26 e 30 anni. Il quarto è Fabio Falco, 31enne. Tutti sono pregiudicati e ritenuti vicini al clan Aprea. Com’è era chiaro fin da subito, la “stesa” era stato una dimostrazione di forza, un gesto per sottolineare la potenza del clan nel territorio.
I militari sono riusciti a raggiungere i quattro dopo le indagini effettuate in questi giorni dal Nucleo investigativo e dalla Compagnia di Poggioreale, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia che ha fatto richiesta d’arresto.
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Stesa a Barra: il clan Aprea vuole controllare il territorio
Le accuse a carico dei quattro sono tentato omicidio e detenzione e porto illegali di armi con l’aggravante del metodo mafioso. Secondo le informazioni in possesso delle forze dell’ordine, il clan Aprea fa parte con i clan Rinaldi, Schisa, De Luca Bossa, Minichini e Casella della cosiddetta Alleanza di Secondigliano.
L’obiettivo è sempre lo stesso, il controllo della attività illecite. Fatti come quelli della settimana scorsa servono a dimostrare chi comanda nel quartiere.
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Il ferimento della ragazza avvenne infatti alle 18 circa: colpi sparati in aria nelle vie del quartiere su motorini ad alta velocità che costringono cittadini inermi a “stendersi” – da lì il nome – per evitare le pallottole. È convinzione dei carabinieri che la base operativa del clan Aprea protagonista della stessa è al Corso Sirena.
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