18 aprile, 73 anni fa le prime libere elezioni politiche in Italia

18 aprile 1948, cominciò anche nel neonato Parlamento la contrapposizione tra Dc e Pci. Ci fu un’affluenza altissima che raggiunse il 92%

18 aprile 1948
Manifesto elettorale del 18 aprile 1948 (foto Facebook Biblioteca Modena)

Settantatré anni fa molti italiani per la prima volta andarono a votare per eleggere i propri rappresentanti in Parlamento. Per la stragrande maggioranza fu un evento inedito. Nei vent’anni precedenti ovviamente con la dittatura fascista non era possibile scegliere liberamente e chi, con qualche anno più, ricordava invece il periodo prefascista, poteva testimoniare che il sistema elettorale allora in vigore era molto restrittivo e solo una piccola percentuali di cittadini maschi potevano votare.

Per comprendere la voglia di democrazia degli italiani basta riportare un solo dato, quello dell’affluenza alle urne, oggi inimmaginabile: andarono a votare ben il 92%, 27 milioni degli aventi diritti, tra questi anche le donne. A vincere fu la Democrazia Cristiana con il 48,5% dei voti. Il partito fondato da Alcide De Gasperi resterà nella formazione di governo fino alla caduta della cosiddetta Prima repubblica, nel 1992, ed esprimerà il capo dell’esecutivo ininterrottamente fino al 1981.

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18 aprile 1948, trionfa la Dc: la Guerra fredda entra in Parlamento

Manifesto del Fronte Popolare rappresentato da Garibaldi contro De Gasperi (foto Facebook Biblioteca Modena)

Per molte donne fu addirittura la terza volta che si recarono alle urne in due anni. È vero che votarono tutte le italiane perché la tornata elettorale riguardava le prime del nuovo Parlamento post-bellico, ma già due anni prima si tennero le prime vere libere elezioni per i consigli comunali nel marzo 1946 in alcuni Comuni e a ottobre in altri. Tra i due eventi ci fu il referendum costituzionale del 2 giugno 1946.

Il clima delle elezioni del ’48 fu quello della Guerra fredda all’allora agli albori. La contrapposizione tra comunismo-socialismo e anticomunismo uscito dal secondo conflitto mondiale in Italia era particolarmente sentito per la massiccia presenza delle forze si sinistra e per il contributo dato alla liberazione del paese. Le forze della sinistra (il Partito Socialista – allora il più grande numericamente – il Partito Comunista e il Partito d’Azione) si unirono nel Fronte Popolare raggiungendo il 30,8%.

Campagna anticomunista (foto Facebook Biblioteca Modena)

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Quelle elezioni furono uno spartiacque nella storia italiana. Con la Dc si schierarono la Chiesa cattolica, gli Stati Uniti e la maggior parte delle forze conservatrici. Il segno tracciato quel giorno influenzò i successivi quarant’anni con la Dc avanti e il Pci indietro a seguire. Fino allo scioglimento di entrambi i partiti agli inizi degli anni Novanta.

 

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